Lettera al Corriere Fiorentino

Firenze, 26 maggio 2008

 

Da: COSPE – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti

Alla cortese attenzione del Direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini

 

In riferimento all’editoriale del 25 maggio 2008 “Benvenute (senza velo)”

Gentile Direttore,

una cosa la diciamo subito, tanto per non essere fraintesi: COSPE non ha richiamato l’attenzione delle istituzioni sulla vicenda accaduta alle nostre due collaboratrici egiziane per schierarsi contro o a favore l’uso del velo, ma per rimarcare ancora una volta il rispetto delle persone e delle libertà individuali, coerentemente con i principi che animano il nostro lavoro. Solo chi è abituato al cattivo pensiero può inoltre ignorare il contenuto della nostra lettera aperta al Sindaco Domenici e al Presidente Martini, e pensare ad una premeditazione a provocare incidenti da parte del COSPE.

COSPE non ha mai messo sotto accusa le forze dell’ordine, tant’è che non abbiamo denunciato nessuna illegalità, ma un comportamento scorretto e intimidatorio da parte di alcuni agenti. In tutte le nostre dichiarazioni abbiamo infatti evidenziato la legittimità del controllo dell’identità, che, per esempio a Fiumicino e Peretola si è svolto in modo professionale, rispettoso e senza problemi.

Così come non abbiamo mai accusato tutti i fiorentini di essere razzisti, perchè non siamo abituati a dare etichette e fare generalizzazioni. Ci teniamo invece a ribadire che:

1- Le leggi nazionali non vietano di circolare con il velo integrale ma di rendere possibile l’identificazione se richiesto da parte di pubblico ufficiale (dalla circolare ministeriale del 9 dicembre 2004 si evince inoltre che, in riferimento a persone coperte da velo integrale ?un accertamento condotto in assenza di un concreto interesse pubblico alla conoscenza dell’identita della persona stessa potrebbe, infatti, apparire come inutilmente vessatorio).

2- Parlare di terrorismo e fondamentalismo islamico è completamente fuori luogo in questa occasione e fa parte solo dell’associazione di pensiero e purtroppo di rappresentazione che alcuni giornalisti sono soliti adottare di fronte a contesti e persone che non capiscono e con i quali non dialogano.

3- Sarebbe inoltre interessante conoscere quali “scelte diverse” avrebbe dovuto compiere la nostra associazione in questa occasione. Impedire il viaggio delle nostre collaboratrici egiziane? O suggerire loro di non uscire dall’albergo? O ancora obbligarle a togliersi il velo per circolare per Firenze? (visto che in Italia non hanno avuto problemi ad entrare).

Dal Direttore di una testata come il neo-nato Corriere fiorentino ci aspetteremmo attenzione, oltre che al sentimento popolare dei “fiorentini”, anche alla denuncia, come era successo nei giorni scorsi con un equilibrato articolo di un vostro collaboratore, del crescente clima xenofobo e razzista che legittima gesti e comportamenti lesivi della dignità altrui.

Saremmo infine davvero lieti di aprire un dibattito serio con il Direttore sui diritti delle donne qui e altrove così come sugli atteggiamenti verso quell’abito culturale rappresentato dal velo.

Cordiali saluti

Il Presidente del

Fabio Laurenzi

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