L?ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE CAMBIA. COME? Ne abbiamo parlato con il presidente Sergio Marelli

Un?associazione delle ong italiane rinnovata e pi? aperta ai tanti soggetti che si occupano di cooperazione, non necessariamente ong. Una nuova fisionomia adatta ad accogliere le nuove istanze della cooperazione internazionale e della societ? civile. E? questo quanto ci racconta Sergio Marelli, presidente dell?associazione che attualmente riuniusce 160 soggetti italiani, alla vigilia di una vera e propria ristrutturazione dell?organizzazione (raccolta 23 marzo 2009).

Quali sono i processi di riforma dell?associazione delle O.N.G. italiane, da dove nasce questa esigenza di cambiamento?

Fondamentalmente due sono le motivazioni che ci hanno portato a questo processo di cambiamento. La prima ? un profondo cambiamento della cooperazione internazionale in quanto tale: in negativo, perch? le preoccupazioni sulle diverse finalit? e strategie che la cooperazione istituzionale sta assumendo ci impongono di reagire in modo diverso; sia anche in positivo, recependo le istanze che in particolare le associazioni dai Sud ci sollecitano, come nuovo modo di fare per le ong.

Quali saranno dunque i nuovi soggetti?

Stiamo assistendo a una grande prolificazione dei soggetti che si stanno occupando di cooperazione e solidariet? internazionale, spesso non ong ma piccole realt? territoriali. Questo ci ha spinto a provare a fare un?ulteriore evoluzione di questa associazione per intercettare, o quanto meno per offrire una opportunit?, a queste realt? spesso localizzate, molto territoriali eccetera, che si indirizza quindi ad un?associazione che assumer? una forma di terzo livello cio? i cui soci saranno solamente degli aggregati, siano essi indentitari (come le tre federazioni -oggi quattro- che restano un pilastro importante dell?associazione) ma sia anche territoriali. Come associazione cercheremo dunque di favorire appunto l??inclusione? di queste realt? territoriali, cercando di promuovere dei processi di aggregazioni sui territori, in particolare al livello regionale.

Quando si concretizzer? questa ?evoluzione??

Sicuramente entro l?estate. Ci eravamo dati dei tempi che stiamo rispettando, ci vuole un?assemblea straordinaria evidentemente per modificare statuto e regolamento che pensiamo di svolgere assolutamente prima della chiusura della propria stima.

Da questo punto di vista quali sono, nello scenario globale, i punti critici per un?associazione come quella delle ong italiane, con questa nuova forma, e quali invece le opportunit??

? la doppia faccia della stessa medaglia: la molteplicit? dei soggetti che si occupano della cooperazione e della solidariet? internazionale nel nostro paese. Questo rappresenta una criticit? nel momento in cui appunto non sfrutta o non si impegna sufficientemente, non dedica risorse sufficienti; l?altro aspetto della medaglia ? invece la ricchezza di questa pluralit? di soggetti. La possibilit? di cercare delle sinergie, dei percorsi in qualche modo comuni. Dalla frammentazione alla capillarit?: da soli si ? inefficaci, ma si ha questa grande peculiarit?, come dire questo grande valore di intercettare delle risorse locali e quindi di valorizzare delle risorse che non verrebbero colte se non con questa capillarit?.

E rispetto ad uno scenario mondiale, ad un appuntamento come quello del G8 di giugno, l?associazione delle ong che cosa pensa di fare, quali istanze pensa di portare?

Intanto abbiamo fatto una scelta metodologica molto chiara: siamo da sempre, ma ancor pi? adesso nell?avvicinarsi del G8 della Maddalena, un soggetto molto attivo della coalizione italiana contro la povert?, che ? la sezione italiana della GCAP internazionale, ?Global Call to Action Against Poverty?, che sta agendo in 150 paesi. Siamo infatti un soggetto attivo anche perch?, personalmente rappresento uno dei due portavoce della coalizione italiana contro la povert?, un ?cartello? pi? ampio che oggi vede raggruppate circa 75 realt?: sindacato, associazioni ambientaliste, associazioni che lavorano per i diritti umani e chiaramente anche le ong. E? il luogo dove noi pensiamo e agiamo per interloquire a livello dell?ufficio sherpa innanzitutto, cio? dello staff che il presidente del consiglio ha in preparazione del G8 della Maddalena, intercettando e quindi a calendarizzando i nostri lavori sulla base delle cosiddette ministeriali, cio? dei g8 settoriali, in particolare: ambiente, sviluppo, finanze e agricoltura, per poi arrivare al G8 con un documento, una posizione chiara, un vertice alternativo che sar? organizzato. Cercheremo di essere il luogo di approccio, di approdo, anche per i nostri colleghi degli altri paesi, sia i paesi degli altri g7 sia dei paesi dell?organizzazioni del sud, quindi di essere la porta attraverso la quale queste realt? possono anche interloquire con la presidenza italiana.

Una riflessione a caldo sul forum mondiale dell?Acqua di Istanbul che ? stato sostanzialmente un fallimento.

SI ? trattato di senz?altro di un fallimento. Un fallimento che si sperava di non dover constatare, ma ? un fallimento in qualche modo anche annunciato: dichiarare l?acqua come un diritto comporterebbe tali e tante modifiche sul piano del diritto internazionale che la comunit? internazionale, e in particolare alcuni governi, non ? in grado di poterli accogliere. Sicuramente ? stato dovuto anche alle divisioni che ci sono state, e ci sono, anche all?interno della societ? civile. Un elemento quest?ultimo che sia un elemento che ci debba far molto riflettere.

Per info:
www.ongitaliane.it