IN UNA MOZIONE DELLA CAMERA L’IMPEGNO DELL’ITALIA PER IL PROCESSO DI RICONCILIAZIONE IN SOMALIA

Particolare rilievo al lavoro della SWA, Somali Women Agenda, che lotta per i diritti delle donne, contro le mutilazioni genitali femminili e per un’ottica di genere nella riconciliazione

Di fronte al deterioramento della situazione politica e all’acuirsi della crisi umanitaria, lo scorso 14 luglio, sono state approvate alla Camera dei Deputati 4 mozioni a sostegno di nuove iniziative per il processo di riconciliazione nazionale della Somalia: dopo l’insediamento del nuovo presidente, Sheik Sharif Ahmed, le forze laiche e quelle integraliste hanno acuito i conflitti, riportando il paese in una situazione di instabilità. Le vittime della guerra civile sono oltre 16 mila civili e 4 mila combattenti. Il Paese è diventato zona franca per la pirateria internazionale e genera timore la presenza di Al Qaeda e formazioni di stampo integralista.

Tutti i Deputati intervenuti sono stati concordi nel sottolineare l’importanza del ruolo dell’Italia, sia in un’ottica di mediazione internazionale sia dal punto di vista di aiuti concreti, nel rispetto degli impegni formalizzati durante il G8 dell’Aquila.
Nel corso del dibattito alla Camera (in particolare nelle mozioni n. 1-00140 e 1-00209) è stata più volte sottolineata l’importanza del sostegno alla Somali Woman Agenda, la rete di associazioni femminili che rappresenta circa cinquantamila donne somale e che ha sostenuto nella sua costituzione e continua ad appoggiare attraverso la campagna “+ DONNA, – GUERRE”. La SWA unisce la lotta di numerose donne che si battono per la pace e i diritti umani e per l’introduzione, nella nuova Costituzione, di una legge che proibisca la mutilazione genitale femminile.

Le mozioni impegnano infatti il Governo italiano: “a sostenere l’azione della Somali Woman Agenda” e a “concretizzare un rinnovato impegno a livello europeo in grado di favorire una via negoziale per la pacificazione e la stabilizzazione della Somalia e dell’intera regione, e arrivano anche come riconoscimento ufficiale, sul piano internazionale, del lavoro di tutte le donne della SWA che  operando in una dimensione “inter-clan”, lavorano per la ricostruzione del Paese, per la ripresa del lavoro, dell’imprenditoria femminile, dell’istruzione e della sanità, al fine di superare fattivamente la catastrofe prodotta da anni di guerra e dalle divisioni interne del Paese“.