COSPE ADERISCE AI COMUNICATI DI COCIS E ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE SU EMERGENCY

COSPE aderisce ai comunicati stampa diffusi oggi da COCIS e Associazione Ong Italiane, con i quali viene chiesto di tutelare gli operatori di Emergency.

Di seguito i comunicati:

RIPRISTINARE IL DIRITTO
LIBERARE GLI OPERATORI DI EMERGENCY

Il Cocis, con le sue 25 Ong associate, chiede al Governo Italiano e alle Autorit? Afghane che sia risolta al pi? presto la vicenda che ha visto protagonisti tre operatori della Ong Emergency (Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani), tenuti illegalmente in stato di arresto con l’accusa di connivenza con il terrorismo talebano.

L’evidente mancanza di chiarezza e le difficolt? di addentrarsi in una situazione al limite come quella che sta vivendo la provincia di Helmand, oggetto di una delle pi? vaste operazioni militari delle forze ISAF in Afghanistan, non ci impediscono di chiedere a gran voce che i diritti dei tre cooperanti siano rispettati e che il Governo italiano non utilizzi questa occasione per continuare ad esprimere dissenso e fastidio per l’azione autonoma delle Organizzazioni Non Governative, da sempre impegnate per la pace a fianco degli ultimi anche nelle terribili condizioni di guerra.

Confidiamo che il Ministro degli Esteri Franco Frattini e le Autorit? Afghane ascoltino le sempre pi? numerose richieste che provengono dalla societ? civile italiana.

Ufficio Stampa

Federica Baiocchi

federica@cocis.it

www.cocis.it

Tel. + 39 06 32111501

ONG ITALIANE: ASSICURARE PIENA TUTELA ANCHE A
OPERATORI AFGHANI DI EMERGENCY

L?appello di Francesco Petrelli, presidente dell?Associazione Ong Italiane

Roma, 16/04/2010 – ?Chiediamo al nostro governo e alla comunit? internazionale di adoperarsi con tutte le forze per garantire tutte le tutele giuridiche e legali non solo ai tre medici italiani, ma anche ai sei operatori afghani arrestati con loro, di cui finora si ? saputo poco o nulla?. Nel chiedere al nostro esecutivo un?azione ferma e decisa affinch? si giunga al pi? presto una risoluzione del caso, Francesco Petrelli, presidente dell?Associazione Ong Italiane, sottolinea come i sei afghani arrestati insieme con i medici italiani non possano essere dimenticati: ?Se siamo presenti nel paese con le nostre forze armate, ma anche con Ong come Emergency, ? con il fine ultimo di assicurare un futuro al popolo afghano. Per questo non possiamo dimenticarci dei sei operatori locali arrestati insieme con i nostri medici con motivazioni ancora poco chiare. Sarebbe contrario allo spirito della nostra presenza in Afghanistan?.

Gli operatori di Emergency lavorano in Afghanistan per assistere la popolazione locale e alleviare le sue sofferenze. ?Un compito assai delicato in un paese dove i continui scontri armati alimentano un forte stato di tensione?, spiega Petrelli. Con il suo lavoro, Emergency ? vicina dal 1999 alla popolazione afgana, nel rispetto dei principi che guidano l?azione umanitaria: imparzialit?, indipendenza, neutralit? e soccorso verso tutte le vittime. ?Ci auguriamo che gli operatori dell?organizzazione italiana siano prosciolti da ogni accusa e tornino presto a prestare il loro prezioso lavoro. In uno scenario come quello afghano, l?azione di Ong indipendenti ? quanto mai necessaria per assistere una popolazione civile troppo spesso vittima innocente del conflitto. Il lavoro degli operatori umanitari ? ad alto rischio, sia per le vite degli stessi operatori sia perch? si svolge in condizioni estreme e su di essa si concentrano i tentativi di strumentalizzazioni o addirittura i ricatti delle parti in conflitto. Ma ? anche grazie al lavoro delle Ong e di organizzazioni come Emergency che si rid? una speranza alla pace in un paese che da oltre 30 anni conosce solo il rumore delle armi, i lutti e le rovine di una guerra senza fine?, conclude Petrelli.

Per ulteriori informazioni:
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Tel: 06 66019202 ? Fax: 06 66032774