EGITTO: LA MARCIA DEL MILIONE

Oggi giorno della grande marcia e speriamo pacifica. I negozi sono quasi tutti chiusi. Mi preparo ad andare in piazza. Asmaa, mi chiama: servono ancora soldi per cibo e coperte per i manifestanti che presidiano la piazza e medicine per i feriti che hanno ancora bisogno di cure. Con le mie colleghe, Lara e Sara, mettiamo insieme 2mila lire egiziane, 250 euro, per portarli al centro organizzativo Isham Mubarak, nessuna relazione con il presidente, a Down Town. Saliamo e troviamo Asmaa preoccupata per il fidanzato, Malek, arrestato dall?esercito durante la notte per aver violato il coprifuoco, con 50 coperte appena comprate per i manifestanti di Tahrir. Asmaa pensa che l?esercito non torturi la gente, i legali sono gi? a lavoro, ma la preoccupa non sapere in quale prigione ? detenuto.

Noi, insieme a Karim un ragazzo ventenne che lavora con il Developpemnt Social Centre ci dirigiamo finalmente verso piazza Tahrir. Le grandi arterie che entrano nella piazza, ora svuotate di traffico, fatto straordinario anche questo, sono bloccate sul piano stradale da un carro armato con 4 o 5 soldati in tuta mimetica ciascuno. L?entrata ? dal marciapiede presidiato da gruppi di organizzatori che controllano chi entra nella piazza . Donne sulla destra e uomini sulla sinistra, hanno messo su un sistema di perquisizioni efficienti: ti controllano le carte di identit? o il passaporto ?Welcome? mi dicono quando vedono che siamo stranieri.

Ma c?? preoccupazione, il partito di Mubarak ha dichiarato una contro manifestazione e se cui sono degli infiltrati in questa nostra potranno lanciare uno scontro con quella opposta e sar? difficile tenere la gente. Quando entriamo nella piazza non abbiamo pi? dubbi, siamo sardine stipate in una piazza che tiene circa un milione. Le strade di affluenza sono tutte piene.

C?? chi canta, chi grida slogan chi prega l?uno o l?altro dio a mani giunte o a mani alzate. Quasi met? sono donne, oppure padri con bambini in collo o sulle spalle. Mi danno un volantino ?contribuisci a tenere la piazza pacifica non accettare provocazioni di nessun tipo? Qui non c?? spazio per la contro manifestazione e il programma prevede una marcia fino al palazzo presidenziale, la marcia del milione e l? potrebbero esserci pericoli. In piazza tanti cartelli uno dice ?Dimissioni di Mubarak? un altro ?Giustizia per i morti di venerd? 28 gennaio? e un altro ancora ?Elezioni democratiche libere e trasparenti.? Fra i cartelli pi? ironici: ?Leave and let live? ?Lascia e lascia vivere? e ?ormai te lo dicono tutti, sei sordo?? inizia la preghiera e la gente si fa un po? di spazio per chinarsi in un quadratino, scompare il corridoio aspettiamo ma met? non si china, non sono tutti poi cos? religiosi, e la preghiera non dura pi? di 5 minuti e poi ricominciamo a muoverci . Poi decidiamo di avviarci a casa.

Sara che abita vicino rimane in piazza e poi ci chiama ?hanno cancellato la marcia al palazzo, hanno pensato che una folla di due milioni poteva bastare, non vogliono rischiare di incrociare la contro manifestazione. Noi, a piedi verso Zamalek, continuiamo a costeggiare per strade interne le grandi arterie piene di manifestanti. Sul ponte ?26 luglio? troviamo due signori con un cartello ?Svegliatevi manifestanti? e ci spiegano che i manifestanti sono strumentalizzati, sar? questa la contro manifestazione? Ma un signora elegante con una piccola croce di brillanti al collo si ferma li ascolta e poi dice ?no Mubarak se ne deve andare?.


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