Ambiente, partecipazione, ruolo delle donne. Voci dalle strade de Il Cairo nell?Egitto del post-rivoluzione

A qualche giorno dal referendum sulla Costituzione che per la prima volta coinvolger? i cittadini egiziani in procinto di avviarsi alle elezioni presidenziali, Lara Colace, la responsabile COSPE per il progetto ? Cairo Nord, lotta alla povert??, ? tornata per le strade del quartiere del progetto e ha registrato voci, impressioni, speranze e idee delle persone. Ce le descrive in questo articolo.

Dopo il 25 gennaio, molti gruppi di giovani del Cairo e in Egitto hanno realizzato campagne di pulizia e abbellimento delle strade e dei loro quartieri di residenza. Tutti hanno un account in Facebook e riescono a mettere insieme centinaia di volontari, desiderosi di prendersi cura del loro paese. Li invitano ad unirsi a loro in strada, forniscono loro guanti, maschere, ramazze e pennelli per pulire e dipingere con i colori della bandiera egiziana muri e recinzioni. Dopo aver guidato la rivolta e protetto le loro case e i loro quartieri, stanno dimostrando di sentire, ora piu? di prima, il senso di appartenenza al (e del) loro paese e vogliono ora giocare un ruolo nella sfida del processo democratico appena avviato.

Riportiamo di seguito alcune voci – raccolte dai nostri volontari e dal personale in occasioni pubbliche ? di giovani ragazzi e ragazze fortemente convinti di poter fare la differenza in questo importante momento storico. La rivoluzione del 25 Gennaio ha ridato infatti loro speranza e voglia di contribuire alla costruzione di una paese nuovo, che deve ora rispondere in maniera democratica alle loro richieste e ai loro bisogni.

Molti di loro hanno scelto simbolicamente le giornate di pulizia ambientale di strade e piazza perch? probabilmente cosi ? pi? efficace e visibile il cambiamento; probabilmente ? anche un forte messaggio culturale quello di stare in strada tra le persone e lavorare con loro. Ma loro vogliono anche ?partecipare? e mostrare che possono essere il motore del cambiamento: ?Alzer? le mani e sar? orgoglioso/a? e ?La mia mano nella tua per costruire l?Egitto? sono alcuni degli slogan riportati nei loro volantini.

Il tema dell?ambiente sembra essere una delle priorit? di questi gruppi. Nelle ultime settimane molti di loro hanno distribuito volantini nelle strade con cui incoraggiano la gente a ?iniziare da se stessi? e ?pulire il proprio paese?, ?la strada ? come la vostra casa, puliamola insieme?, ?pianta un albero e non gettare rifiuti per terra?. Shabab Shabrawi Buhebu Masri (I giovani di Shobra, amano l?Egitto) e? un altro gruppo che opera a Shobra, Rod El Farag e Sahel: anche loro organizzano giornate di pulizia ambientale. Questo dimostra che l?ambiente e? davvero una priorita? nell?agenda del paese e ha bisogno di essere considerato come strettamente collegato con il concetto di processo democratico in corso.

Infatti, J. E F. (riportiamo solo le iniziali per motivi di privacy ndr ) di Shoubra, responsabili di un altro dei locali comitati di protezione (della rivoluzione) va oltre al tema ambientale e ci spiega: ?perch? ci concentriamo sulle giornate di pulizia ambientale? Semplice: vogliamo far pulizia del vecchio regime, vogliamo concretamente pulire lo sporco della corruzione del vecchio sistema? . Sono anche convinti che il loro impegno ora sia di ?contribuire a diffondere l?educazione civica in modo tale che si creino 80 milioni di persone in grado di esprimersi e di chiedere il riconoscimento e l?applicazione dei propri diritti?.
Sembra cos? che parlare di ambiente significhi pure porre le basi della sostenibilit? dello sviluppo sociale, culturale e politico del paese.

Sono auto-organizzati, si autofinanziano e in qualche caso sostenuti dal settore privato. Il video e? stato filmato lo scorso 2 di Marzo in Galaal Street, nelle vicinanze della stazione Ramsis. Il gruppo che lo ha promosso si chiama: ?We love you, Egypt, and protect you? (Ti amiamo, Egitto, e ti rispettiamo).

Uno dei volantini distribuiti il 25 febbraio scorso a Piazza Ramsis invitava anche a ?non molestare le ragazze?. Durante i 18 giorni di rivolta che hanno portato alle dimissioni di Hosni Mubarak, a Piazza Tahrir le relazioni tra donne e uomini sono state corrette e all?insegna del rispetto. Le donne e le ragazze hanno contribuito attivamente alla rivoluzione e hanno giocato un ruoli chiave nel sostegno alla lotta pacifica contro il regime.

Ciononostante si registrano diverse posizioni su questo argomento. F., una donna di 60 anni circa, che ha assistito e dato mano nella campagna di al Galal Street, si dice favorevole al coinvolgimento delle donne nella vita pubblica e lavorativa, ma ?non ? d?accordo a che le donne protestino e continuino a stare in Piazza Tahrir?. Diversa la posizione di H. intervistata in occasione della manifestazione dell?8 Marzo in Piazza Tahrir, che riconosce che ?questo sia un momento chiave per le donne egiziane, perch? dopo il risultato della rivoluzione del 25 Gennaio, il prossimo passo ? il coinvolgimento delle donne nel contest politico. Si tratta del momento pi? opportuno perch? le donne combattano per i propri diritti.?

Lo stesso giorno, tra i manifestanti del campo di tende al centro di Piazza Tahrir, abbiamo incontrato S. 45 anni e operaia di una ditta farmaceutica. Lei ha deciso di continuare a rimanere al centro della piazza e di dormire sotto la sua tenda con gli altri manifestanti fino a che non cambia il vecchio regime e fino a che tutte le richieste della gente non siano soddisfatte, inclusa quella del salario minimo garantito: ?noi siamo e saremo i controllori del nuovo governo e dei futuri politici?. Allo stesso modo T., un giovane che ha deciso a Gennaio di unirsi alla protesta del Cairo da Sharm el Sheikh, ci ha detto in un Italiano perfetto: ?Voglio respirare la libert? nel mio paese, ecco perch? sto ancora manifestando!?
M., incontrato durante una campagna di pulizia, al contrario e? della opinione di lasciare Tahrir per mettere prima alla prova il nuovo governo: ??in caso dovesse fallire saremo pronti a tornare a Tahrir?.

Tutte queste voci daranno un primo feedback alla decisione del governo ad interim di tenere il referendum per modificare la Costituzione il prossimo 19 Marzo, per votare s? se si accetta un compromesso tra la vecchia e la nuova, e votare no se si vuole una completa trasformazione del testo. Queste voci stanno gi? facendo fronte a molti dei segnali della contro-rivoluzione, come prima di tante sfide da affrontare nel lungo percorso intrapreso dall?Egitto verso la democrazia.