FREE ALAA: CONTINUA LA CAMPAGNA PER LA SCARCERAZIONE DEL BLOGGER EGIZIANO

Riceviamo e diffondiamo come aggiornamento della situazione egiziana il comunicato dell’ANHRIche condanna le dichiarazioni riportate dai media, in particolare dai media governativi, sul caso del blogger Alaa AbdEl-Fattah.

Il 14 novembre 2011, Al-Ahram Gate ha pubblicato su un sito web un racconto dal titolo Un testimone a Maspero: che riportava i seguenti contenuti: “ho visto AbdEl-Fattah e i suoi colleghi rubare un arma da un soldato della polizia militare”. Il presunto testimone citato ha detto: “Ho visto Alaa Abd El-Fattah con alcuni suoi amici, e ho riconosciuto tra loro Bahaa Saber e Wael Abbas.”

Questa testimonianza è fabbricata ad hoc e inventata. La prova è l’aver visto l’attivista Wael Abbas con il blogger Alaa Adb El-Fattah, mentre Abbas non ha partecipato alla manifestazione di Maspero poichèera in viaggio a Tunisi quel giorno e il suo volo è arrivato all’aeroporto del Cairo alle 7.00 p.m., e quindi andò subito a casa nel quinto distretto di New Cairo dove è rimasto con la sua famiglia e non è affatto andato nel centro della città.

ANHRI sottolinea la necessità di provare a smascherare tutte le false testimonianze, assieme a coloro che stanno dietro e li supporta chiunque essi siano. ANHRI afferma anche il rifiuto totale per la legge di emergenza in vigore e tutti i processi militari ed eccezionali che mirano solo a intimidire gli attivisti e gli opinionisti.

E’ anche essenziale che questo caso assieme agli altri casi abbia un giudizio indipendente dell’autorità giudiziaria prevista, nominata dal consiglio superiore della magistratura, lontano quindi dal perseguimento militare e dall’assenza di imparzialità quale volontà politica di servire la giustizia in Egitto. Le anime dei 27 martiri stanno ancora cercando i responsabili. Non ci sono ancora ad oggi informazioni circa eventuali accuse di omicidio o intenzione di perseguire coloro che hanno ucciso o hanno avuto la responsabilità dell’omicidio colposo di questi cittadini egiziani.

Continua la campagna “Free Alaa”. Il 28 novembre il blogger egiziano è stato condannato ad altri 15 giorni di carcere nella progione di Tora, la stessa che ospita Mubarak e molti ministri el suo governo. L’attenzione deve continuare ad essere alta perchè l’incarcerazione di Alaa è solo una delle tante violazioni di diritti che si stanno ancora commettendo in Egitto, anche all’indomani delle prime elezioni “democratiche”.

Di seguito l’appello lanciato da COSPE ormai un mese fa e in allegato i primi documenti prodotti dall’ANHRI (Arabic Network for Human Rights) in inglese e in italiano

Purtroppo per la seconda volta in 5 anni, ci troviamo a lanciare una campagna di liberazione per Alaa Abdel Fatah, intellettuale, attivista e tra i primi e più noti blogger egiziani insieme alla moglie Manaal (www.manaala.org). Alaa, all’epoca collaboratore COSPE su progetti di informatica per i giovani, nel 2006 fu arrestato dalla polizia di Mubarak per aver sostenuto dei movimenti che si battevano per la indipendenza della giustizia e rimase in carcere per 45 giorni. Fu liberato da una campagna internazionale al grido (anzi hashtag) di #freealaa su twitter. La scorsa domenica, il 30 ottobre, è invece stato arrestato dall’Alta Corte dell’Esercito, al potere dall?11 febbraio con il beneplacito dei rivoluzionari di Tahrir.

Alaa questa volta è accusato di aver istigato i disordini del 9 ottobre (noto come il massacro di Maspero) il mandato di comparizione gli è arrivato mentre si trovava nella Silicon Valley per una conferenza sui diritti umani. Tornato in patria Alaa si è  presentato alla corte dicendo che sì, quel giorno era in piazza ma per denunciare la repressione in corso (e descrivendola sul giornale indipendente Al Shorouk), ma si è rifiutato di rispondere, in quanto civile, alle domande del tribunale militare: “Una grave lesione dei diritti umani – dice anche Philip Luther di Amnesty International – i cittadini non possono essere processati da una corte militare. Per altro è proprio l’Esercito ad essere accusato della strage di Maspero, ed ? ridicolo che siano loro a condurre le indagini”.

Lanciamo quindi una nuova campagna perchè Alaa e il blogger Bahaa Saber arrestato con lui, escano al più presto di carcere ma anche perchè è come chiesto anche dallo stesso presidente Obama poco tempo fa- venga abolita la famigerata legge d?emergenza (in vigore da 30 anni) e perchè vengano fermati i processi militari ai civili e le incarcerazioni.

Per leggere e sottoscrivere la petizione: www.accessnow.org/page/s/free-alaa per approfondimenti:

http://invisiblearabs.com/?p=3801

http://english.ahram.org.eg/News/25533.aspx