FREE ALAA: CONTINUA LA CAMPAGNA PER LA SCARCERAZIONE DEL BLOGGER EGIZIANO

Nell’ultima udienza del 13 dicembre, le autorit? hanno lasciato cadere le accuse di incitamento alla violenza nei confronti di Alaa Abdel Fattah, ma hanno disposto altri 15 giorni di custodia allungandone ulteriormente il periodo di detenzione. Il blogger egiziano rimane quindi nella progione di Tora, la stessa che ospita Mubarak e molti ministri del suo governo.
L’attenzione deve continuare ad essere alta perchè l’incarcerazione di Alaa è solo una delle tante violazioni di diritti che si stanno ancora commettendo in Egitto, anche all’indomani delle prime elezioni “democratiche”.

Alaa nel frattempo è diventato padre di Khaled, nome dato in onore di Khaled Said, il ragazzo che fu ucciso dalla polizia ad Alessandria nel dicembre del 2010 e in memoria del quale sono state indette le prime manifestazioni anti regime.

Di seguito ed in allegato l’appello lanciato da COSPE ormai più di un mese fa e in allegato i primi documenti prodotti dall’ANHRI (Arabic Network for Human Rights) in inglese

Alaa, figlio di un noto avvocato per i diritti umani -anche lui incarcerato per 5 anni sotto Mubarak- Ahmed Seif El-Islam Hamed, ha molto seguito in Egitto e all’estero ed è abituato a resistere e lottare. Sta anche a però a tutti noi che abbiamo seguito con entusiasmo le rivoluzioni arabe non lasciare soli Alaa e i ragazzi di Tahrir: iniziamo firmando la campagna “Free Alaa” e la petizione, da inviare a Obama e al Congresso degli Sati Uniti, per porre fine alle ingiuste incarcerazioni, compresa quella di Alaa, ai processi militari a civili e perchè la legge d’emergenza (in vigore da 30 anni) venga finalmente abolita.

per leggerla e sottoscriverla: www.accessnow.org/page/s/free-alaa