11 FEBBRAIO 2012: COSPE A FIANCO DEI LAVORATORI CONVOCATI A TAHRIR DAI SINDACATI INDIPENDENTI

L’11 febbraio del 2011 accadde l’impensabile: Hosni Mubarak lasciò il potere spinto da un piazza fortissima e da un Paese che, unito, chiedeva cambiamenti sociali, economici, politici. L’11 febbraio del 2012 sarà invece il giorno della disobbedienza civile e dello sciopero generale contro l’attuale governo e soprattutto contro l?esercito, saldamente al potere da un anno in quello che, nonostante le elezioni democratiche appena concluse, assomiglia sempre di più a un colpo di stato.

La rabbia, causata dalle continue ingiustizie, i morti, le repressioni ancora in atto e la violenza dello stadio di Port Said dello scorso 3 febbraio, è ancora molta. Due milioni fino ad oggi tutti coloro che hanno risposto agli appelli di mobilitazione convocati in piazza da differenti forze politiche e sindacali, tra queste la Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti che riunisce tutti i nuovi sindacati nati con la revisione della legge che durante il regime ne impediva la costituzione. Accanto a loro il Congresso laburista democratico, tutte le federazioni regionali, la lega dei lavoratori tessili di Mahalla e di Kafr al Dawwar , e anche l’ Unione Indipendente dei Lavoratori del Trasporto Pubblico del Cairo.

“Sono i sindacati indipendenti i nuovi attori della scena politica e sociale egiziana. Sono tanti e sono nati grazie alla rivoluzione – dice Silvia Ricchieri responsabile Egitto per COSPE- Finalmente infatti è stato possibile lavorare su questo tema anche nei nostri progetti, in particolare con i comitati dei giovani di El Saff e El Desamy, due villaggi del Governatorato di Helwann ( periferia sud del Cairo) dove c’è la più grande concentrazione di fabbriche di mattoni di tutto l’Egitto.

Adesso è necessario rafforzarli e dotarli di strumenti legali e organizzativi ma le basi ci sono. A El saff proprio il 9 febbraio abbiamo tenuto una giornata di formazione con l’avvocato Malek Adly a cui hanno partecipato in molti dei lavoratori di mattoni. Finora una massa silenziosa di operai sfruttati e condannati a condizioni lavorative di semi schiavitù”.

Molti di loro saranno a Tahrir l’11 insieme ad altre forze della società civile e ai tanti universitari dei campus di tutto l’Egitto: dal 4 febbraio sono 34 le università pubbliche e 6 quelle private ad aver dichiarato la loro adesione alla manifestazione dell’11 che stando, ai pronostici, si preannuncia oceanica.

La Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti chiede:
1. Il ritorno dei militari alle loro caserme e l’immediato ripristino del governo civile.
2. Le dimissioni del governo Ganzoury che è una continuazione del vecchio regime e ha collaborato a tutti i suoi crimini, in particolare ai crimini di natura economica vendendo i beni dei cittadini sotto forma delle sue industrie, e costringendo la parte migliore dei nostri lavoratori al prepensionamento.
3. La formazione di un governo di sicurezza nazionale da parte delle forze rivoluzionarie.
5. La formazione di un tribunale rivoluzionario per cercare il vecchio regime e tutti i suoi rami che si diffondono attraverso tutte le istituzioni e che continuano a svolgere le politiche del vecchio regime.(Leggere la dichiarazione completa qui) here

Cosa si può fare come forma di solidarietà:

– Inviateci messaggi di sostegno dal vostro gruppo sindacale o sindacato studentesco e noi come COSPE li trasmetteremo

– I sindacalisti negli Stati Uniti si stanno mobilitando per raccogliere firme per l’appello sull’utilizzo di gas lacrimogeni prodotti in USA per reprimere le proteste in Egitto. http://www.laborforpalestine.net/2012/02/08/egyptian-workers-call-on-u-s-workers-to-stand-in-solidarity-with-the-egyptian-people/

– Firmate e fate circolare la dichiarazione internazionale di solidariet? per la rivoluzione egiziana. http://egyptsolidaritycampaign.org/