COSPE IN AFGHANISTAN

‘Le donne che frequentano il Centro di alfabetizzazione, formazione professionale ed educazione ai diritti delle donne aperto da COSPE nel 2008- in collaborazione con alcune associazioni femminili locali che si battono per i diritti delle donne e grazie all’appoggio della Regione Toscana- sono donne forti, che resistono e cercano di far valere i loro diritti, di cui hanno piena coscienza‘ racconta Silvia Ricchieri, responsabile COSPE per l’Afghanistan, appena tornata da Kabul.

‘Era la prima volta che andavo lì, e anche se per motivi di sicurezza non ho avuto modo di parlare con persone esterne alle organizzazioni e al Centro- spiega Silvia- quello che mi ha colpito di più è stata la forte differenza con altri Paesi dove la religione e la repressione dei diritti delle donne sono ben radicati nella cultura e nelle tradizioni locali. In Afghanistan invece non è così. Le donne desiderano una vita normale, e sentono la loro repressione come un’imposizione‘, lottano con coraggio e forza, anche grazie al Centro, che più volte hanno difeso dai capi clan locali che ne chiedevano la chiusura.

COSPE è presente in Afghanistan dal 2001, con diversi progetti, centro delle donne in primis. Qui, oltre ad insegnare alle allieve, che hanno dai 12 anni in su, a leggere e a scrivere (in Afghanistan il 90% delle donne è analfabeta e vive una condizione quotidiana di privazione dei più elementari diritti), le docenti affrontano con loro temi relativi alla salute, ai diritti umani, alla violenza domestica e di genere.
‘Proprio in questi ultimi mesi- come ci racconta Silvia- COSPE, grazie alla nuova collaborazione con Hawca- l’associazione femminile afghana specializzata nel settore della lotta e prevenzione alla violenza sulle donne- ha formato le istruttrici all’ascolto e soprattutto ha fatto loro dei corsi sulla legislazione afghana sull’argomento. Perchè- continua- le leggi esistono, ma poi lo Stato è troppo debole per farle rispettare’.

Il Centro si garantisce la sopravvivenza anche grazie alla vendita dei prodotti artigianali delle donne del Centro di Kabul e si occupa della formazione professionale delle donne, con dei corsi di produzione di artigianato tessile, gestione di piccole imprese e avviamento di processi di commercializzazione dei propri prodotti.

COSPE, inoltre, ha sostenuto sempre Malalai Joya (parlamentare afghana democratica espulsa dal Parlamento per aver denunciato la presenza di criminali di guerra nel Parlamento stesso) appoggiando le sue lotte per la giustizia e i diritti umani, dando visibilità ai temi per cui si batte.

‘COSPE e i suoi partner- conclude Silvia- sono al di fuori dei grandi interessi internazionali che ruotano attorno a questo Paese e che puntano soltanto a far arricchire i cosiddetti signori della guerra, e le potenze straniere. Questo ci permette di lavorare in modo più indipendente, godendo di maggior fiducia da parte della società civile’.

Cosa fa COSPE in Afghanistan