LEADER DELL’OPPOSIZIONE UCCISO IN TUNISIA. ANCORA GIORNI DI CAOS. LE TESTIMONIANZE DELLE COOPERANTI COSPE.

''La notte sarà lunga'' ci dice Marta, nostra cooperante di stanza a Jendouba (Tunisia) a qualche ora dall’uccisione di Moahamed Brahmi, coordinatore generale del nuovo partito dell’opposizione ''Corrente popolare''.

Freddato, come nel caso del precedete assassinio politico del leader del Fronte popolare Chokri Belaid, da più colpi d’arma da fuoco, giovedì 25 luglio. Ancora un episodio che getta la Tunisia nel caos e che rende questo periodo di transizione democratica, ancora in mano del partito islamista Ennhada, sempre più difficile. Ed è proprio il partito di governo ad essere ancora oggetto di accuse e sospetti.

A Tunisi il sindacato UGTT ha indetto uno sciopero generale, venerdì, lo stesso giorno dei funerali del leader, e nelle principali città del paese, prima fa tutti Sidi Bouzid, dove tutto cominciò, si susseguono gli scontri: ''A Jendouba una manifestazione spontanea ieri ha percorso tutte le via della città e si hanno notizie di cortei anche a Sousse e Sfax – dice Marta – ma è da Tunisi che arrivano le notizie più allarmanti dai nostri amici: nella notte la polizia, dopo aver blindato il centro, è tornata a caricare duramente e a lanciare numerosi lacrimogeni non appena alcuni manifestanti hanno tentato di istallare delle tende davanti al Ministero degli interni''.

Gli scontri sono proseguiti anche durante tutta la giornata del venerdì e racconta ancora Marta ''sembra che la polizia stia tentando di effettuare arresti mirati contro i militanti più conosciuti della capitale. In altre città numerose le manifestazioni sfociate in scontri con la celere e in assalti alle sedi del partito di Ennahdha''. Nel frattempo è stato indetto anche un sit in permanente davanti al Ministero degli interni.

Aspettiamo notizie e aggiornamenti dalle nostre cooperanti nei prossimi giorni per capire che direzione prenderà questa volta questa nuova ondata di indignazione e protesta e che influenza avrà sulla convocazione di nuove elezioni (previste per ottobre) e la votazione della nuova Carta Costituzionale alla base della nuova Tunisia.