SOMALIA: LA GUERRA CIVILE, IL DIFFICILE PROCESSO DI PACE E I DIRITTI CALPESTATI DELLE DONNE SOMALE

Domani, marted? 21 aprile, l?organizzazione non governativa (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti) parteciper? nella puntata di ?TG Punto Donna? dedicato alla Somalia (RAI 3 ore 12.25).

Un?occasione per raccontare non solo i progetti di , in Somalia dal 1996, ma soprattutto la dura realt? di un paese dilaniato da 17 anni di guerra civile, realt? che sembra oscurata o per lo meno dimenticata da un? informazione che insegue sempre e comunque l?emergenza.

Le cronache ci raccontano infatti sempre pi? spesso dei ?pirati? somali che attaccano pescherecci nel Golfo di Aden, il tratto di mare che costeggia il Pease, ed ? di oggi la notizia del rapimento di due operatori di Medici Senza Frontiere nella regione di Bakol ai confini con l?Etiopia. Oltre a dare la massima solidariet? all?organizzazione che lavora da anni nel paese con importanti programmi sanitari, sottolinea anche il paradosso per cui si torna a parlare di Somalia solo nel caso di notizie che riguardino personale espatriato e/o comunque starnieri, dimenticando spesso di raccontare la quotidiana tragedia di una popolazione e il difficile percorso del processo di pace portato avanti da parte della societ? civile e soprattutto dalle donne somale.

Questo perch? le donne durante la fase -ancora in corso- di guerra, insicurezza e assenza di un governo forte a livello nazionale e locale, si sono distinte come i soggetti non solo pi? colpiti da tale situazione, ma quelli che hanno continuato a tenere le redini dell?economia somala e della vita sociale e comunitaria. Mentre troppo spesso gli uomini erano e sono impegnati negli scontri armati, nei traffici illeciti e nella lotta al potere tra fazioni claniche che minano il futuro del Paese. Le donne, e con esse le numerose associazioni femminili attive in Somalia, hanno quindi le risorse in termini di conoscenze, esperienze e proposte politiche per ricostruire il Paese nella pace.

fin dall?inizio del suo intervento oltre 10 anni fa, ha sempre rifiutato la logica dell?emergenza ed ha continuato a sostenere chi ogni giorno ? nonostante il conflitto in corso ? lavora per la pace, per i diritti e per il progresso economico e sociale di uomini e donne e ha quindi scelto di lavorare in modo esclusivo in collaborazione e in sostegno alle organizzazioni di donne somale.

In particolare, insieme a IIDA (la prima associazione che in Somalia ha riunito donne appartenenti a clan diversi) ha lavorato per sostenere i gruppi di donne imprenditrici e per rafforzare le possibilit? di realizzazione di un vero e proprio percorso politico che parta dalle donne. Per questo nel 2008 ? stata creata la Somali Women Agenda (SWA) un gruppo di 16 associazioni di donne attive in tutta la Somalia che chiedono principalmente: dialogo e accordi politici tra le due parti in guerra, e anche una legge che difenda i diritti delle donne e proibisca la mutilazione genitali che ancora oggi colpisce il 99% delle donne.

A Tg Punto Donna ribadisce dunque il sostegno alle donne, parte attiva della ricostruzione della Somalia, sapendo bene di esser parte di un processo che va oltre i singoli progetti e i settori di intervento, ma che ha serie potenzialit? di cambiare il futuro del Paese. Questo riteniamo sia ci? che la cooperazione dovrebbe sempre cercare di sostenere, in Somalia, come in tutti i paesi.