MANTENERE L?ALLERTA SUL ?DOPO MUBARAK?: VIA ALLE RIFORME E ALL?ABOLIZIONE DELLO STATO D?EMERGENZA.

CHIEDE L?IMPEGNO DEL NOSTRO GOVERNO E DELL?UNIONE EUROPEA
PER GARANTIRE UNA TRANSIZIONE DEMOCRATICA DEL PAESE

Con le dimissioni di Hosni Mubarak si apre un nuovo corso storico per l?Egitto e per tutto il Medioriente: ma le tensioni non sono finite, lo scenario politico ? ancora in divenire. Dopo la gioia della piazza e la storica vittoria della popolazione che ha condotto a un ?colpo di stato? pacifico, gli interrogativi sul futuro del paese sono ancora in piedi: il potere ? ora in mano all?Esercito e sta alla comunit? internazionale tutta osservare da vicino le sue prossime mosse. Molte delle richieste della popolazione sono rimaste ancora inascoltate ed ? quanto mai urgente, adesso, che venga abolito quello stato d?emergenza che vige in Egitto da trent?anni. Questa legge insieme al partito unico, ? stata utilizzata in ogni istanza per impedire il cambiamento, non solo politico, ma sociale e culturale del Paese e ha permesso l’affermarsi di un sistema basato su arresti indiscriminati, intimidazioni, torture, nepotismo e clientele con cui tutta la popolazione ? stata costretta a convivere in questi lunghi anni. L?abolizione di entrambe le cose erano infatti e restano una priorit? per la protesa che ha invaso le strade del Cairo, Alessandria e altre citt? del Nord dal 25 gennaio scorso. Per non cadere in un nuovo autoritarismo l?Esercito dovr? ora accogliere le istanze di questa protesta popolare composta da tante anime, tanti movimenti e partiti: giovani, organizzazioni per i diritti umani del Cairo, Alexandria, Suez, Mahalla, Mansoura, organizzazioni femministe e per i diritti delle donne sono infatti tra i protagonisti.

Pensiamo che oggi sia necessario dare ai manifestanti la possibilit? di organizzarsi democraticamente, essere attivi nei centri per i diritti, creare nuovi partiti, e quindi decidere i propri candidati, per andare finalmente a nuove elezioni libere. Si deve anche scongiurare il rischio ancora esistente di ripercussioni su quel migliaio di giovani attivisti che si ritrovano sulla rete o nei centri per i diritti umani. Ma solo la fine dello ?stato di emergenza? pu? cominciare a permettere questo percorso.

Chiediamo quindi al nostro Governo e all?Unione Europea di seguire da vicino la transizione democratica del paese e di esercitare pressioni sull?Esercito per eseguire i seguenti passi delle riforme richieste dalla piazza. Riforme alla base della futura democrazia del Paese.

? Cancellare la legge di emergenza,

? Riformare la costituzione per consentire la nascita, l?operativit? e l?eleggibilit? di partiti democratici,

? Fermare gli arresti indiscriminati, il fermo di polizia, le sparizioni e le torture perpetrate dalla polizia e dai servizi segreti ma anche dalle milizie paramilitari e dai militari stessi

? Liberare i prigionieri politici,

? Avviare un?inchiesta sui crimini compiuti dalle forze di polizia per accertare le responsabilit? dei singoli o dello Stato, rendere trasparenti i meccanismi operativi dei corpi di polizia in modo che la fiducia dei cittadini possa essere ripristinata e il lavoro di ripristino della legalit? facilitato,

? Cessare la campagna di denigrazione e di intimidazione degli stranieri, in particolare quella in atto su giornalisti e attivisti dei diritti umani.