La portaerei in missione “umanitaria”

La strana storia della portaerei italiana, in tour per vendere armi e sistemi tecnologici, che diventa missione umanitaria. 
A un mese dall’appello che oltre cento realtà di società civile, tra cui COSPE, avevano fatto arrivare  a Napolitano per fermare il tour commerciale del Gruppo Navale Cavour, l’iniziativa, promossa dal Ministero della Difesa a supporto di attività commerciali dell’industria militare e del settore privato, svela anche il lato più subdolo: la portaerei italiana, attualmente in tour per vendere armi e sistemi tecnologici agli sceicchi degli emirati, diventa missione umanitaria.

 Sono tre le ong coinvolte, la Fondazione Rava, la Croce rossa e la Fondazione Operazione Smile Italia Onlus. Da qualche giorno queste ong stanno tentando di contattare le altre organizzazioni non governative presenti nei Paesi africani toccati dal tour chiedendo di partecipare a una missione sanitaria e di far arrivare a bordo della nave bambini con problemi oculistici.

 Anche COSPE è stato contattato ma naturalmente non parteciperemo a questa farsa:  “inaccettabile – dice infatti la lettera inviata a Napolitano – in quanto mescola una serie di attività che per loro natura hanno finalità e caratteristiche differenti e che riteniamo sia importante continuare a tenere separate. Soprattutto crediamo che promuovere la vendita di sistemi militari o sostenere iniziative di tipo commerciale abbinandole ad operazioni umanitarie non sia un compito che il nostro ordinamento attribuisce al Ministero della Difesa o alle Forze Amate”.

Rilanciamo di seguito l’appello della Rete per il Disarmo e l’articolo di info.cooperazione che spiega lo stato dei fatti e riporta la lettera con cui la Fondazione Nava invita le altre ong a partecipare. 

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