Rischio impunità nella Tunisia del post-rivoluzione

Il 12 aprile in Tunisia è già diventata una data simbolo, quella del verdetto della vergogna e dell’impunità. In quel giorno infatti la corte d’appello del tribunale militare di Tunisi ha emesso la sentenza relativa al processo contro i responsabili della repressione nei giorni più importanti della rivoluzione, le cui pene sono state notevolmente alleggerite (arrivando a rinominare le pene, da “omicidio” a “omicidio involontario”).

Oltre a Ben Alì, moltissimi gli imputati nel processo, tra i responsabili della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico dell’epoca: Rafik Belhaji, ex ministro degli Interni, Alì Seriati, ex capo della sicurezza presidenziale, Adel Tiouiri, ex direttore generale della sicurezza nazionale, Rachid Abid ex direttore delle unità d’intervento, Lofti Zouaoui, ex direttore generale di pubblica sicurezza, Jalel Boudriga, ex capo dei corpi speciali.

Nel Paese si vive un clima di impunità inaccettabile e pericoloso. Dopo un’improvvisata manifestazione di fronte al Palazzo Presidenziale di Cartagine organizzata domenica dal comitato di difesa delle vittime e dei feriti della Rivoluzione e da giornalisti indipendenti e attivisti, il 15 aprile si è svolta una conferenza stampa storica in cui gli avvocati coinvolti nella difesa delle famiglie coinvolte hanno reso pubblici documenti mai rivelati prima e che dimostrano la colpevolezza degli imputati.

Molte le questioni che restano ancora aperte e le sfide di questi prossimi giorni. Il 16 aprile una marcia è arrivata di fronte all’Assemblea Nazionale Costituente. Alcune famiglie sono state ricevute dal Presidente dell’ANC Jafaar che con pesanti dichiarazioni ha fatto capire che la giustizia si trova nelle mani delle forze controrivoluzionarie.

Ma sembra che le rivendicazioni di piazza abbiano avuto un eco, il 17 aprile un nuovo progetto di legge sulla creazione di tribunali speciali è stato approvato, strappando finalmente dalle mani dei tribunali militari questo tipo di processi.

In questo momento è importante che la società civile tunisina e internazionale resti vigile e mobilitata perché questi giorni sono cruciali affinché il verdetto venga rimesso in discussione e siano bloccati sul nascere i tentativi di esautorare la rivoluzione tunisina.

Maggiori informazioni e aggiornamenti in merito sono disponibili anche sul sito: http://www.tunisia-in-red.org/?p=3756

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