Stop TTIP: contro il nuovo accordo trans-atlantico

Stop TTIP - COSPE

Appuntamento sabato 11 ottobre 2014 con la mobilitazione internazionale della campagna ‘stop TTIP’, a Firenze alle 15.30 a ponte Santa Trinita.
L’11 ottobre infatti in decine di Paesi, migliaia di organizzazioni della società civile europea e statunitense si mobiliteranno per rilanciare l’opposizione al TTIP, la Transatlantic Trade and Investment Partnership, il più grande accordo bilaterale per la liberalizzazione del commercio mai negoziato in epoca moderna.

In realtà gli ambiti coinvolti sono tantissimi. Dall’ambiente, agli ogm, dal commercio nel settore agroalimentare all’industria energetica, i trasporti, la sanità, la scuola e la cultura. La qualità del cibo che mangeremo nei prossimi anni potrebbe dipendere da questo trattato, il livello delle prestazioni sanitarie e il rispetto dell’ambiente che ci circonda potranno essere determinati dalle regole stabilite nel TTIP.

Il TTIP ci riguarda tutti come cittadini, lavoratori, studenti, consumatori. Il Governo Renzi è orientato ad approvare il TTIP senza troppi scrupoli. Chi realmente beneficerà degli effetti del TTIP sono le grandi aziende multinazionali che stanno portando avanti in gran segreto le trattative.

Le parole d’ordine di chi sostiene il TTIP sono le stesse che hanno giustificato le riforme peggiorative degli ultimi vent’anni: più liberalizzazione, meno regole, meno burocrazia e ostacoli al dispiegarsi della crescita economica.

Ecco alcuni esempi di come il TTIP può modificare in peggio le nostre esistenze: nel settore alimentare consentendo il trattamento delle carni con ormoni oppure introducendo organismi geneticamente modificati (ogm) nei cibi che mangiamo. Attualmente la legislazione europea è ancora molto restrittiva al riguardo ma con il TTIP dovrebbe adeguarsi a quella degli Stati Uniti, dove ormoni e ogm sono permessi.

Nei servizi pubblici essenziali come sanità e trasporto pubblico sarà ancora più accentuata la spinta alla privatizzazione e alla riduzione dei costi a scapito della qualità del servizio.

Per quanto riguarda il settore energetico potrebbe estendersi la pratica del fracking, l’estrazione di gas o petrolio di scisto, tecnica dannosa, inutilmente costosa e molto inquinante per l’ambiente.

E’ possibile fermare il TTIP, prima di tutto rompendo il silenzio dell’informazione e cominciando a diffondere la notizia dei rischi che il trattato comporta. Nel 1998 e nel 2012 il MAI e l’ACTA, due trattati fortemente lesivi degli interessi dei cittadini sono stati fermati anche grazie alla mobilitazione internazionale di movimenti e associazioni.

E’ possibile sostenere la campagna nazionale ed europea e partecipare ai comitati locali STOP TTIP. Il primo appuntamento è fissato per sabato 11 ottobre, giornata di mobilitazione generale internazionale STOP TTIP.

In allegato il volantino STOP TTIP con presidio

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