Tunisia: democrazia e laicità hanno molti nemici – Fabio Laurenzi, presidente COSPE

La maggioranza della carta stampata e dell’informazione televisiva mainstream sta già riproponendo la solita retorica fatta di “terrorismo” mediatico, semina massiccia di semi di paura, di spinta verso la inevitabilità del coinvolgimento dell’Italia nella guerra in Libia, di riproposizione di una immagine delle società arabe compresa solo nella dicotomia Islam moderato-Islam estremista, di individuazione del solo e unico nemico nell’estremismo religioso.

Noi, nel tentare di arginare questa informazione in parte ignorante e provinciale in parte consapevolmente schierata, abbiamo l’obbligo di dire e focalizzare l’attenzione sul fatto che ad essere sotto attacco in Tunisia non è tanto l’Islam moderato quanto la società civile, laica o religiosa, comunque sostenitrice di una società e di uno Stato dove democrazia e laicità siano principi praticati anche nei paesi arabi rompendo con l’autoritarismo e la militarizzazione.

Questa società civile e questa idea di Stato non hanno un solo nemico: non vi è soltanto il terrorismo islamista che spara contro e che va condannato e contrastato senza incertezze, vi sono anche i Governi di Egitto, Turchia, Israele, di alcuni paesi del Golfo che con una nuova e “rivoluzionaria” geometrie di alleanze nel mediterraneo e in medio oriente stanno perseguendo un disegno egemonico che ha come nemico comune principale la democrazia sostanziale, la laicità, le libertà fondamentali. E non possiamo non dire e non denunciare che non sono alleati di questa società civile, al di là della retorica, quei governi europei, compreso il nostro attuale, che senza alcun imbarazzo sono oggi a sostenere e a proclamare (di nuovo! come ai tempi di Ben Alì e di Mubarak e di Gheddafi) il generale egiziano Al-Sisi come paladino della laicità e della lotta al terrorismo e miglior partner commerciale del nostro paese (si veda la conferenza sugli investimenti tra Italia-Egitto di qualche giorno fa e le parole del nostro primo ministro) o Israele e Netanyahu come baluardo di democrazia in Medio Oriente rimuovendo totalmente anche la ormai esplicita politica razzista e discriminatoria all’interno dello stesso Israele.

La tanto sbandierata real politik occidentale se già prima si reggeva sulle sofferenze di migliaia di prigionieri e morti “poltici” e su milioni di poveri e di esclusi, rischia oggi, di fatto, di fare il gioco dell’estremismo islamista. Noi non possiamo rischiare di essere ambigui politicamente e dobbiamo impostare la nostra azione nella logica di identificare come priorità delle priorità quella di interloquire e sostenere quel pezzo di società civile dei paesi del mediterraneo che in Tunisia viene oggi di nuovo “terrorizzata” e che deve fronteggiare anche il nemico interno che vuole imporre di nuovo autoritarismo, di qualunque forma sia, e che in Egitto è tornata ad essere perseguitata, uccisa e incarcerata sull’altare della lotta all’estremismo islamista.

Ovviamente, per non essere anche noi portatori d’acqua ad una retorica di segno opposta ugualmente dannosa, dobbiamo lavorare nella complessità e nelle complicazioni della realtà ed essere in grado di restituirla. Mi riferisco, per esempio, al fatto che questo governo tunisino non è certo il miglior governo democratico possibile, è in parte anche figlio del vecchio regime, la violazione dei diritti è all’ordine del giorno e la laicità di questi paesi (si veda di nuovo l’Egitto) è spesso in chiave repressiva. E anche la società civile, in Tunisia come da noi, è un non-senso se non andiamo a guardarci dentro per leggerne la multiforme composizione, dove capita che sia sostanza ciò che in altri casi può essere liquidato come una sfumatura.

 

Fabio Laurenzi

Presidente COSPE

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