Giornalismo e discriminazione, ricorso dell’Ansi

Non può dirigere un giornale perchè straniera: Ansi presenta ricorso contro il Tribunale di Torino.

L’Ansi ( Associazione nazionale Stampa interculturale) e l’Asgi (Associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione) hanno presentato un ricorso contro il ministero di Giustizia e contro il presidente del Tribunale di Torino per un caso di discriminazione nei confronti di Domenica Canchano, giornalista peruviana cresciuta a Genova e iscritta all’Ordine dei giornalisti della Liguria, oggi cronista del Il Secolo XIX.

La vicenda risale al giugno 2014, quando la giornalista non aveva potuto assumere l’incarico di direttrice responsabile della testata “Prospettive Altre”, fondata da Ansi e COSPE: dietro al rifiuto del Tribunale di Torino non c’erano dubbi sulla sua professionalità, ma il fatto che il Tribunale considerasse fondamentale il requisito della cittadinanza italiana, segnalato nella legge sulla Stampa dell’8 febbraio 1948.

Una decisione clamorosa, perché in contrasto con un parere dello stesso ministero di Giustizia ed elaborato su sollecito del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti proprio su richiesta di Ansi e reso pubblico nel marzo 2014. Il ministero aveva affermato che la norma contenuta nell’art. 3 della legge sulla Stampa “nella parte in cui richiede che il direttore responsabile di una testata possa essere solo un cittadino italiano, sia stata abrogata (per incompatibilità) con il d.lgs 286/98”.

“Non è giusto considerare ‘irresponsabili’ i giornalisti che esercitano in Italia quando sono privi di passaporto italiano – sostiene Paula Baudet Vivanco, segretaria nazionale di Ansi. – Per noi è discriminatorio non poter assumere la direzione di una testata e venire bollati come giornalisti di serie B per l’assenza di un documento che persino l’Ordine non richiede più per l’iscrizione all’Albo. Tra l’altro la Canchano è anche cresciuta qui in Italia, a Genova, lavorando quasi esclusivamente per testate registrate in Italia ed editori italiani”.

“Siamo convinti che in una democrazia che si rispetti il diritto all’informazione consista anche nel poterlo esercitare in onestà e libertà – aggiunge Viorica Nechifor, presidente di Ansi – e noi, come giornalisti di origine straniera, vogliamo partecipare in prima persona, responsabili in piena regola”.

 

 

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