Nuovi insediamenti israeliani. La Farnesina è preoccupata ma non coerente.

Leggiamo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale “valuta con preoccupazione la decisione annunciata da Israele di annettere 234 ettari di terra in Cisgiordania a sud di Gerico”. In una nota della Farnesina si legge che questa misura, aumentando l’area disponibile per nuovi insediamenti “contribuisce a erodere la soluzione dei due Stati, che sola può garantire a israeliani e palestinesi un futuro di pace e sicurezza”.

La notizia non fa che confermare le preoccupazioni espresse più volte dalle ong che lavorano da tempo in Palestina e che a più riprese, non ultima la visita del primo ministro Matteo Renzi nel luglio scorso,  hanno chiesto di intervenire in modo più deciso nell’area con azioni più concrete e mirate a favorire dei reali negoziati di pace.  

Riportiamo sotto le richieste già inoltrate in una lettera aperta a Matteo Renzi (firmata da 13 ONG che lavorano nell’area tra cui COSPE) e auspichiamo che la preoccupazione di cui il Ministero si fa portavoce oltre a chiedere “un riesame della decisione da parte israeliana e invitare entrambe le Parti ad astenersi da azioni suscettibili di aggravare la tensione e ad impegnarsi per favorire una pronta ripresa del negoziato di pace” vada avanti con più convinzione a chiedere il rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale nelle sedi rilevanti.

Presa di posizioni questa che sarebbe tra l’altro in linea con l’impegno economico che il nostro Paese ha stanziato con la Cooperazione italiana a favore della Palestina e che vede tale paese incluso nella lista dei 20 prioritari per il triennio 2014-2016.

Richieste al Governo Italiano.

1. Esiga il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto umanitario nel Territorio Palestinese Occupato, a partire dalla fine del blocco su Gaza, che costituisce una punizione collettiva in aperta violazione della IV Convenzione di Ginevra.

2. Svolga un ruolo attivo affinché i Paesi donatori mantengano le promesse di aiuto a favore dei Palestinesi di Gaza e chiedano ad Israele di garantire un accesso senza restrizioni per i materiali necessari alla ricostruzione.

3. Faccia pressioni affinché Israele ponga fine alle demolizioni e agli sgomberi in Area C e a Gerusalemme Est, annullando tutti gli ordini di demolizione esistenti e garantendo il diritto dei Palestinesi a vivere e risiedere a Gerusalemme

4. Chieda, assieme agli altri Paesi donatori, al Governo Israeliano di fornire spiegazioni ufficiali nei casi di distruzioni, demolizioni o confische di infrastrutture e aiuti umanitari, istituendo un meccanismo di reporting collettivo, trasparente e pubblico per monitorare i danni provocati e presentare immediate e formali richieste di risarcimento per i danni subiti dai progetti finanziati dai loro cittadini.

5. Esiga il congelamento degli insediamenti e l’annullamento della pianificazione di nuove unità abitative negli insediamenti

6. Intraprenda iniziative affinché l’Unione Europea renda esecutive le disposizioni dell’Accordo di Associazione UE-Israele e le Linee Guida dell’Unione Europea sull’attuazione del Diritto Internazionale Umanitario, e condizioni la collaborazione con Israele alla piena osservanza dello stesso e dei diritti umani, come previsto dall’art.2 dell’Accordo di Associazione.

7. Rinnovi il proprio impegno affinché le Linee Guida dell’Unione Europa vengano attuate da parte degli Stati Membri a partire dall’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane.

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