Cuba tra Obama e i Rolling Stones

Dall’Avana il nostro cooperante, Luigi Partenza, ci racconta come l’Isla grande aspetta l’arrivo degli “Stati Uniti” la settimana prossima: il presidente Obama e il rock dei Rolling Stones. 

“Ay Obama, vuelvete loco y ven pa’ la Habana…”. Così cantava, qualche anno fa, il gruppo cubano di musica pop latina, Interactivo, invitando ironicamente Obama a impazzire e venire a visitare l’isola proibita per i cittadini nordamericani. La visita di un presidente statunitense a Cuba sembrava, infatti, fino a solo un anno e mezzo fa un fatto improbabile e assurdo.

 

Dal 17 dicembre 2014, giorno in cui sono state ristabilite le relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti, molte cose sembrano cambiate. Prima, chi viveva a Cuba aveva la sensazione di stare in una specie di bolla di sapone, lontana e isolata dalle dinamiche del resto del pianeta. L’Avana, oggi,  sta perdendo quel fascino di luogo unico e sospeso nel tempo, escluso dai grandi fenomeni della globalizzazione, come il turismo di massa, internet e il consumismo.

Negli ultimi anni nell’isola sono state approvate alcune riforme che hanno dinamizzato l’economia. Sono state liberalizzate varie tipologie di imprese individuali e nuovi tipi di cooperative; alcuni mercati, quello degli alimenti agricoli, della casa e delle auto, sono stati, con varie limitazioni, aperti all’iniziativa privata. Gli effetti piú importanti si sono visti prevalentemente nella capitale e nelle principali città dell’isola dove è anche più evidente la formazione di una nuova classe sociale, benestante, dinamica e con più potere d’acquisto. Uscendo dalle città, nelle cooperative agricole, l’uso della trazione animale, invece, è spesso prevalente, in quanto i vecchi trattori bielorussi sono frequentemente fermi per riparazioni o mancanza di pezzi di ricambio.

Intanto all’Avana, orde di turisti, sbarcati da una nave da crociera, passeggiano tra le vie della città vecchia e fanno la fila per bere un mojito nei bar di moda, mentre giovani cubani chattano con gli smartphone nei punti di accesso internet wi-fi abilitati, nei mesi scorsi, in alcune piazze della città. Anche il traffico, potrebbe diventare un problema nel prossimo futuro per questa capitale che fino a pochi anni fa vedeva circolare sulle proprie strade solo poche auto americane degli anni ‘50 o utilitarie “Lada” del piú recente periodo sovietico.

L’Avana è diventata, in pochi mesi, un luogo importante e di moda, un posto dove tutti vorrebbero esserci e dove si possono anche fare affari. “Troppo facile ora…” mi commenta un anziano contadino, ricordando i periodi più difficili della crisi economica degli anni ’90, in cui solo poche ONG e gruppi solidali internazionali collaboravano con l’isola sfidando il bloqueo economico imposto dagli Stati Uniti.

Anche i Rolling Stones, in ritardo con la storia, hanno deciso di venire  all’Avana a suonare  il prossimo 25 marzo. Il mega palco è già montato, si prevede un affluenza record per Cuba, nonostante la maggior parte dei cubani non conosca i Rolling Stones. Il rock a Cuba, bandito nei decenni passati dai circuiti culturali ufficiali, è ancora oggi un genere poco popolare e di nicchia. Ma questo non importa. Oggi i cubani hanno voglia di partecipare, di conoscere e essere presenti. E vivono gli eventi recenti con curiosità e speranza, ma senza ingenuità. “Mi fa piacere che Obama venga a Cuba, ma non credo che si tratti di amicizia, ci sono interessi dietro a questa scelta…” commenta una giovane studentessa universitaria.

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