COSPE a Renzi: “per Israele Palestina occorre parlare di pace giusta”

PRIMO MINISTRO RENZI IN ISRAELE E PALESTINA 
COSPE: “IL SOSTEGNO ALLA SOLUZIONE ‘DUE POPOLI, DUE STATI’ NON BASTA: 
OCCORRE PARLARE DI PACE GIUSTA”

Firenze, 23 luglio 2015: Si sta concludendo in queste ore la visita del primo ministro italiano Matteo Renzi in Israele e nei territori palestinesi. Il bilancio sembra essere buono, vista l’accoglienza riservata al nostro premier da parte dei due leader, Netanyahu e Abu Mazen,  e le parole sul sostegno al processo di pace dato  da Renzi a entrambi, ma: “ci saremmo aspettati – dice Fabio Laurenzi presidente COSPE, ong in Palestina da circa 20 anni – un confronto sul lavoro delle ong italiane presenti in Palestina, indicato tra i 20 paesi di maggior interesse per la cooperazione italiana nel triennio 2014-2016,  e una parola più chiara su quale processo di Pace perseguire: una pace giusta”.  

La soluzione “Due Popoli, due Stati” deve infatti tenere conto dei nodi da sciogliere perché sia una soluzione equa, e che metta fine alle numerose violazione dei diritti umani da parte di Israele riconosciute dall’ONU negli anni: la politica di separazione tra Cisgiordania e Gaza, la annessione unilaterale di Gerusalemme Est allo stato di Israele nel 1980, le ripetute violazioni da parte della polizia israeliana nei confronti dei palestinesi, la continua costruzione di nuove colonie.

“Parlando con le realtà italiane presenti nei territori – continua Laurenzi –  il primo ministro avrebbe potuto avere un quadro più esaustivo sulla reale situazione della popolazione palestinese e in particolare le condizioni di vita dopo la guerra di Gaza “Margine protettivo” dello scorso anno”. Questi infatti i dati che emergono da fonti ONU:   2132 vittime appurate, 11000 feriti e 12400 abitazioni distrutte.  Inoltre  dei circa 6 miliardi stanziati dagli accordi del Cairo nell’agosto dello scorso anno per la ricostruzione della Striscia di Gaza solo il 26,8% (945 milioni di dollari) sono stati erogati ma solo l’1% davvero utilizzato per la ricostruzione.  Dati contenuti anche da un documento “Tracciare una nuova rotta” diffuso ad aprile da Aida, associazione che mette insieme le 40 ong internazionali che vi lavorano, e che ha lanciato contemporaneamente la campagna #opengaza, iniziativa che avrà ulteriori sviluppi nei mesi di agosto e settembre. 

Mentre Renzi si è concentrato sulla sicurezza dello stato israeliano, sulla lotta al terrorismo, sull’ “inutile boicottaggio” –riferendosi principalmente a quello accademico-  richiesto da alcune campagne  internazionali, ma ha sorvolato  sulle  questioni  che stanno alla base della pace giusta e, quindi, anche alla base del lavoro di aiuto umanitario portato avanti dalle ong italiane come COSPE. “Lavoro che nel nostro caso – dice Fabio Laurenzi –  va dalla ricostruzione dell’ospedale europeo a Gaza a iniziative di commercio equo e solidale che mettono in collaborazione partner palestinesi e israeliani. Ma che hanno come orizzonte  soprattutto un grande lavoro di  advocacy  e richiesta di rispetto dei diritti umani”.

“Come ong che lavora da anni in queste zone – conclude il presidente COSPE  -ci auguriamo dunque che sia ancora possibile un confronto serio su queste questioni e che il Governo italiano si prenda l’impegno di fare pressione sulla comunità internazionale perché i reali nodi che stanno alla base dell’accordo di pace vengano affrontati”.

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