GIORNATA MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO

21 marzo 2013 – In occasione della Giornata Mondiale contro il razzismo, COSPE ritiene importante richiamare l’attenzione sulla situazione del razzismo in Italia che rimane grave e preoccupante ma che viene sempre più oscurata nel discorso pubblico dalla crisi economica, sociale e politica che il paese sta attraversando. Le giuste preoccupazione per la difficile situazione non devono indurre a pensare che il razzismo rappresenti un problema minore o, ancor peggio, ad abbassare la guardia nei confronti delle diverse espressioni del fenomeno che le sue vittime conoscono molto bene nell’esperienza quotidiana.

Non possono non preoccupare i tanti atti (discorsi pubblici, manifestazioni, aggressioni ecc.) che diverse organizzazioni che si richiamano esplicitamente all’odio per lo straniero, hanno compiuto nell’anno passato e continuano a compiere. Questi gruppi identificano e scelgono come bersagli delle proprie azioni chi è diverso nell’aspetto fisico, origini, credo religioso o nazionalità, rispetto alla maggioranza dei cittadini italiani. I tentativi sempre più espliciti ed violenti (vedi l’irruzione operata da Forza Nuova nella cerimonia per il conferimento delle cittadinanza onoraria ai bambini figli di genitori stranieri, da parte del Comune di Pontedera (PI) nel 2012) di chi semina l’odio e cerca facili capri espiatori, vanno respinti con forza sul piano dell’applicazione delle leggi come su quello sociale e culturale. Tutti coloro che hanno a cuore la costruzione di una comunità politica democratica dove le diversità economiche, giuridiche, religiose, di genere, ecc. non determinano prevaricazioni e stigmatizzazioni, devono impegnarsi di più affinché la crisi attuale non induca a ritenere i migranti, rifugiati, richiedenti asilo, rom e sinti ecc. responsabili in qualche misura delle difficoltà attuali. Questi gruppi patiscono non solo la crisi come il resto della popolazione ma anche il razzismo.

In modo simile, occorre vigilare su e contrastare, su tutti i piani possibili, gli atti di discriminazione istituzionali per motivi di origine etnica o nazionale che alcune istituzioni pubbliche e amministrazioni locali mettono in atto. I risultati conseguiti nel contrastare queste manifestazioni di discriminazioni negli ultimi anni sono frutto di un accresciuto impegno di alcuni attori pubblici e soprattutto privati che hanno portato spesso di fronte alle autorità giudiziarie, pratiche e procedure che violano diritti soggettivi e ledono principi costituzionali.

L’uscita dell’Italia dall’attuale difficilissima situazione deve essere nel segno di un allargamento degli spazi di libertà contro le tante discriminazioni che limitano le sviluppo delle personalità del cittadino/a. Le organizzazioni della società civile, le parti sociali, le istituzioni a tutti i livelli e singoli cittadini/e, dobbiamo impegnarci tutti per far sì che il 2013 sia ricordato come l’anno dell’inizio di una nuova stagione di lotta contro il razzismo e per l’affermazione dei diritti civili, economici, sociali e culturali delle tante categorie di cittadini/e che soffrono ancora delle discriminazioni per le proprie condizioni.

Firenze, 21 marzo 2013.

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