ROSARNO: CRONACA DI UNA RIVOLTA ANNUNCIATA

I recenti fatti testimoniano il fallimento delle politiche governative sull’immigrazione: creano un clima xenofobo nel Paese e insicurezza per tutti
Dichiarazione Fabio Laurenzi, Presidente

A qualche giorno di distanza dai momenti pi? drammatici delle violenze di Rosarno torniamo a commentare i fatti appena accaduti in Calabria tentando di analizzarne le cause senza ipocrisia o buonismo .

A nostro parere le violenze di Rosarno testimoniano soprattutto il fallimento annunciato della legislazione italiana in materia di immigrazione che produce insicurezza per tutti. Dopo aver eliminato la possibilità d’ingresso legale, la stessa legge non è in grado di impedire gli arrivi irregolari che sono ampiamente utilizzati dal mercato del lavoro (agricoltura, costruzioni, servizi ed industrie). La precarietà permanente in cui la legge mette gli immigrati porta in sè enormi potenzialità di abusi come quelli che, in molti – Medici senza Frontiere, Fabrizio Gatti giornalista dell’Espresso, Human Rights Watch ecc…- hanno raccontato in modo puntale negli ultimi 5 anni sulla condizione dei migranti impiegati irregolarmente in agricoltura in molte regioni del sud del paese, in un clima di sostanziale accettazione e indifferenza sociale.

A Rosarno abbiamo assistito a fatti di enorme violenza portati dall’esasperazione di una situazione ben nota a molti, istituzioni locali in testa: da una parte i lavoratori che è come sembra essere accaduto anche altri anni  hanno osato ribellarsi al potere di ricatto dei datori di lavoro e della criminalità organizzata, dall’altra i cittadini, vittime anche loro di una mancanza di Stato e di leggi che tutelino tutti. Come COSPE, allineandoci anche ad altre posizioni espresse in questi giorni dal mondo dell’associazionismo, condanniamo tutti i tipi di violenza sperando che questa grave violazione dei diritti fondamentali serva almeno a porre con urgenza questioni come: concessione dei permessi di soggiorno, le condizioni di schiavismo e sfruttamento sul lavoro, tutela dei diritti umani. Non basta aver “regolarizzato” chi fa lavoro di cura o collaborazione domestica come è accaduto pochi mesi fa se poi si costruisce socialmente e mediaticamente l’immagine degli irregolari come “clandestini minacciosi” e se si continua a porre la questione dell’immigrazione in un “pacchetto sicurezza” proponendo la facile equazione  “clandestino- criminale”.

A nostro parere sono dunque da respingere in modo forte e chiaro le dichiarazioni degli imprenditori della paura che stanno usando i gravi fatti di Rosarno per spingere ulteriormente avanti le proprie agende xenofobe ed è invece da ribadire con forza che essere in condizione di irregolarità non deve comportare essere privati dei diritti.

Infine, essendo la situazione di Rosarno (presenza di lavoratori immigrati impiegati irregolarmente in agricoltura) comune ad altre zone del paese, occorre provvedere alla regolarizzazione di questi lavoratori, anche come lavoratori stagionali, per evitare quelle situazioni di esasperazione che possono innescare situazioni come quella di Rosarno.

Come COSPE lavoriamo da anni sulla promozione dei diritti di cittadinanza e sul fronte dell’interculturalità oltre che sulla rappresentazione dell?immigrazione nei media e sappiamo bene che le soluzioni non sono facili o veloci: occorre piuttosto pianificare un intervento complessivo, rivedere le politiche legate all’immigrazione e garantire diritti a tutti colori che arrivano nel nostro Paese. A questo scopo dobbiamo mettere in valore e portare alla luce anche le buone pratiche esistenti e messe in campo da una parte consistente dell’associazionismo e del volontariato perchè si riesca finalmente a dialogare e confrontarci seriamente in materia a più livelli politici.

Ufficio stampa
via Slataper, 10 – 50134 Firenze
tel +39 055 473556
cioni@cospe-fi.it www.cospe.org