TERRA DI TUTTI FILM FESTIVAL, LE RIVOLTE DEL SUD DEL MONDO A BOLOGNA – CINEMA E FOTOGRAFIA RACCONTANO LA STORIA

La guerra in Iraq vista con gli occhi di una bambina, le lotte dei pacifisti israeliani, la vita delle persone disabili in Mozambico. Dal 6 al 9 ottobre a Bologna, film e documentari da tutto il mondo su migrazioni, lotta alla povertà, difesa dell’ambiente, sovranità alimentare. Focus sulla rivoluzione tunisina con Mourad Ben Cheikh che presenterà Plus jamais peur, già in cartellone a Cannes. In anteprima italiana La vida loca, film sulle bande armate salvadoregne costato la vita al regista Christian Poveda.

Mercoledì 12 ottobre è in programma un seminario internazionale della campagna “Earth4all” con la presenza dell’economista maliana Aminata Traorè, insieme ai rappresentanti dell’Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica), dell’associazione di contadini africani Roppa, del movimento internazionale Via Campesina e dell’Unione Europea si parlerà di sovranità alimentare e politiche agricole. L’incontro si terrà alle 17.30 presso l’auditorium DMS, via Azzo Gardino 65, Bologna.
L’evento si inserisce all’interno di un ciclo di incontri con Aminata Traorè che si svolgeranno in tutta Italia. Leggi il programma.

La Campagna Earth4all – una terra per tutti
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Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema e documentario sociale è in programma dal 6 al 9 ottobre al Cinema Lumière di Bologna (via Azzo Gardino 65, ingresso gratuito). Difesa dei diritti e dell’ambiente, sovranità alimentare, migrazioni e traffici umani, conflitti e marginalità sono i temi della quattro giorni organizzata dalle ong e Gvc, con un cartellone di 40 corti e medio metraggi provenienti dai cinque continenti (il programma è consultabile al sito www.terradituttifilmfestival.org).

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In primo piano la rivoluzione tunisina: ospite del festival sarà il regista Mourad Ben Cheikh, a Bologna per presentare il film fuori concorso Plus jamais peur (La Khaoufa Baada Al’Yaoum) già proiettato a Cannes.
Un’avvocatessa, una giovane blogger, un giornalista, un internato psichiatrico ripercorrono i 30 giorni che hanno cambiato il volto della Tunisia, mentre le immagini postate sul web dagli stessi rivoluzionari raccontano da vicino gli avvenimenti intercorsi tra il 17 dicembre 2010 (quando l’ambulante Mohammad Bouazizi si diede fuoco per protesta) fino alla fuga di Ben Ali del 14 gennaio 2011. Viene dalla Tunisia anche Sophia Baraket, giovane fotografa del gruppo Artocracy (www.artocracy.com), che al festival presenterà un progetto di democrazia per immagini grazie al quale le icone pubbliche di Ben Ali sono state rimpiazzate con centinaia di gigantografie che ritaggono i volti dei comuni cittadini. Si tratta di “Inside Out”, progetto lanciato a livello globale dal vincitore del Ted Prize 2011, l?artista francese Jr.

I riti e i miti delle gang di periferia, la violenza disperata di chi non ha mai avuto nulla e il coraggio di un giornalista che impugna la telecamera a qualsiasi costo sono l?humus da cui è nato La vida loca, il documentario realizzato dal reporter franco-spagnolo Christian Poveda tra le “maras” di San Salvador. Bande criminali composte da giovanissimi con alle spalle storie di abbandono da parte della famiglia e della società, le stesse maras hanno ucciso in un agguato il giornalista che aveva passato un anno insieme a loro e ne aveva documentato senza censura violenza e rituali. Il film, fuori concorso, sarà proiettato in anteprima italiana alla presenza di David Enrique Mendez Machano, già assistente di Poveda, che racconterà la storia del reporter e gli eventi processuali in corso dopo la sua drammatica uccisione.

In anteprima italiana, al festival è attesa la presentazione (con la proiezione di alcune clip) di God save the green, il documentario dei bolognesi Michele Mellara e Alessandro Rossi sugli orti urbani e le nuove forme di agricoltura a Bologna e nelle altre città del mondo.

Storie da Israele, Mozambico, Cuba, Uruguay, Iraq e Brasile (con una sessione di documentari provenienti dal festival gemellato di Belo Horizonte) sono poi protagonisti dei film in concorso, selezionati tra 245 corti e medio metraggi. Come Israel vs. Israel, il documentario vincitore dell’Al Jazeera International Documentary Film Festival 2011 in cui il giornalista svedese Terje Carlsson racconta le lotte quotidiane e la demonizzazione a cui sono sottoposti gli attivisti per la pace nella striscia di Gaza. La disabilità, tra difficoltà e carica vitale, è invece il filo che lega le esistenze di tre giovani in De corpo e alma, girato da Matthieu Bron nella township di Maputo in Mozambico e vincitore dell?International Urti Grand Prix for authorìs documentary. Lo sguardo dei bambini sulla guerra è al centro di Daisy cutter, una delicata favola d’animazione vincitrice di numerosi premi nei festival del cinema di tutto il mondo. Realizzato dai fondatori della casa di produzione per l?animazione 3D Silverspace, Enrique Garcia e Ruben Salazar, il cartoon racconta la storia di Zaira, una bambina che ogni giorno raccoglie margherite alla periferia di Baghdad per non dimenticare l?amico scomparso sotto i bombardamenti.

Le remote regioni a nord-est del Congo, dove si cresce lavorando in miniera in terre fiaccate dalle crisi umanitarie e dalle bande militari, sono al centro de L?or du Congo del film-maker italiano Nicola Pittarello, gi? finalista al Premio Ilaria Alpi. Italiani anche Paolo Barbieri e Riccardo Russo, che in The well documentano la vita dei pastori Borana e la gestione comunitaria dei pozzi d?acqua che, per regola non scritta, sono accessibili a tutti senza discriminazioni. Tre vite sospese tra collettivismo e individualismo in una Cuba che cambia sono protagoniste di El Sofa de La Habana di Magda Wodecka e Gregory Szeps, mentre in Puerta de Golpe, il film maker Lucas Bonolo racconta la vita di una piccola comunità cubana devastata da un uragano.

Il rapporto tra l’uomo e una natura sempre più aspra è al centro di Desire of Changhu di Huaqing Jin, ambientato in un’oasi che sta scomparendo tra i deserti al nord est della Cina, mentre in Torre 8 Leonardo Ferraro si lascia guidare alla scoperta dell?omonimo quartiere alla periferia di Montevideo, dove la popolazione vive del riciclo dei rifiuti.

Inedito è poi il Terra di Tutti Photo Contest, il concorso per reportage e immagini su immigrazione, conflitti, ambiente e diritti umani organizzato in collaborazione con Fotoviva e Shoot4change. I reportage finalisti, realizzati da Claudio Sica, Eloisa D?Orsi e Luca Sgamellotti, sono in mostra alla Casa della Fotografia di Bologna (piazza Giovanni Spadolini 3) dal 17 settembre al 15 ottobre (dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19.00, chiusura domenica e lunedì).

Nell’Anno internazionale delle foreste proclamato dalle Nazioni Unite, il festival mette in programma anche una “Giornata della terra” (sabato 8 ottobre) con una sessione di film sull’ambiente e il Mercato della terra a cura di Slow Food.

Le proiezioni (gratuite) si terranno dalle ore 16.00 alle ore 24.00 al Cinema Lumière. Domenica 9 ottobre (alle ore 22.00) la premiazione da parte della giuria di qualit? del festival per la migliore produzione europea e internazionale e la consegna dei riconoscimenti promossi dalla rivista Left, dall’associazione Premio Benedetto Senni (per il miglior film sulla sostenibilità ambientale e la sovranità alimentare) e dal Consiglio degli stranieri e apolidi della Provincia di Bologna (per il miglior film sull’integrazione).

Per informazioni:
Tel. 051 546600 (COSPE)
Tel. 051 585604 (GVC)
E-mail: info@terradituttifilmfestival.org
Sito web: www.terradituttifilmfestival.org

In allegato il programma in pdf

“This work has been conducted as part of the project “Terra Futura: una Terra per tutti (Earth4All) Information Campaign on Sustainable Agriculture, Biodiversity and Environment Protection: the new challenge for CA- Agri 2011- 0115″ Co-financed by the European Union, Directorate General for Agriculture and Rural Development.

COSPE is the author of this publication, and the Commission is not responsible for any use that may be made of the information contained therein.