Tornare alla terra facendo innovazione: la sfida dell’agroecologia

A Isola del piano un convegno di tre giorni ( 6-8 novembre) per discutere di sfide, metodi e buone pratiche per affermare il modello agro ecologico e contrastare il fenomeno del climate change.   

L’aumento delle temperature, il cambiamento della frequenza e dell’intensità delle piogge (più rare ma più violente), l’aumento della evapotraspirazione e la riduzione delle superfici dei ghiacciai. Questi i primi evidenti fenomeni dei cambiamenti climatici evidenziati negli studi e nei percorsi fatti in tre regioni italiane (Marche, Veneto e Emilia Romagna) grazie al progetto europeo Climate change. Tre elementi comuni che hanno già prodotto effetti sensibili sulle produzioni agricole, rispetto all’utilizzo dell’acqua in agricoltura e alla condizione dei suoli. Si registra infatti una minore disponibilità della risorsa idrica, un aumento del fenomeno erosivo, una riduzione o perdita della biodiversità e, infine, una diffusione di nuovi parassiti in grado di distruggere raccolti e mettere in crisi interi comparti produttivi.

Con queste premesse e con un percorso di incontri e seminari che nelle tre regioni hanno messo insieme esperti, associazioni e tante diverse realtà per parlare di agro- biodiversità,  di gestione dei suoli, di gestione delle risorse idriche e forestali, COSPE organizza un evento di tre giorni ( dal 6 all’8 novembre) nel comune di Isola del Piano (provincia di Pesaro Urbino, Marche) in cui tutti questi temi saranno discussi affrontati e approfonditi.

Se appare chiaro che  il passaggio a un modello agro alimentare sostenibile sia  obbligato (l’agro-ecologia è un comparto che in alcune regioni rappresenta il 20% della produzione totale ndr) appare altrettanto chiaro quali siano gli ordini di sfide che si presentano per la sua reale affermazione: prima di tutto lo sviluppo delle tecnologie e lo sviluppo di progetti innovativi che tengano insieme ricerca scientifica e partecipazione degli attori del territorio, poi le politiche pubbliche, che dovrebbero favorire questo modello di transizione facendosi carico di attivare sia incentivi per il passaggio al biologico  che attivare una nuova fiscalità basata su impronta ecologica, mettendo così in risalto i costi dell’agricoltura tradizionale e ri-equilibrando  il mercato.

E’ infine proprio la sfida del mercato la più cruciale in questo ambito: il tema è quello di affermare un prodotto di qualità che includa i costi del servizio eco sistemici e che concili la capacità di acquisto del consumatore con le aspettative di guadagno del produttore. Affrontare la sfida del mercato vuol dire dunque: integrare quanto più possibile in un’unica filiera i processi di produzione trasformazione distribuzione e vendita, sviluppare patti territoriali tra consumatori e produttori (sul modello dei Gruppi di acquisto solidale), e migliorare l’informazione e l’educazione del consumatore.

Di tutto questo si parlerà nella tre giorni di Isola del Piano, luogo simbolico per le buone pratiche che ospita e socio  dell’associazione Città del bio, cercando di identificare azioni e contenuti che potranno essere sviluppati nei territori  e a livello nazionale e internazionale dalla rete degli attori coinvolti.

L’agricoltura biologica dinamica svolge infatti una funzione di traino ed è l’unica alternativa in grado di curare le ferite provocate dal modello industriale dei territori e di presentarsi come opportunità per ricostruire il mondo rurale e la cultura contadina in forme innovative e non nostalgiche.

In allegato il programma: Seminario Isola del Piano.

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