Accoglienza dei salvati in mare: una prova di responsabilità e il modello toscano come esempio.

9 giugno 2015 – E’ di oggi la presa di posizione di Enrico Rossi nei confronti del Prefetto di Firenze Luigi Varratta riguardo alla possibilità di accogliere 150 profughi in 3 macrostrutture. La proposta dell’appena rieletto Presidente della Regione Toscana è invece chiara: un’accoglienza diffusa che insieme rispetti la dignità dei beneficiari e sia di minore impatto per le risorse locali. Un esempio di senso di  responsabilità da parte della Regione e di una scelta non solo moralmente ma anche politicamente molto più efficace di altre proposte “regionali”. Molti dei Presidenti di Regioni provenienti dalla Lega e dal Centro Destra hanno infatti pensato bene di aprire un fronte interno, dichiarandosi indisponibili ad accogliere altri profughi sui propri territori. Non solo. Qualcuno di loro arriva a minacciare i Comuni che dovessero disobbedire alla sua linea, del taglio dei trasferimenti di risorse della Regione stessa.

 

Una posizione sbagliata ma soprattutto pericolosa  perché mette in discussione l’unitarietà del territorio nazionale. Non vige nella Repubblica Italiana nessun ‘regolamento di Dublino’ per cui la regione dove i profughi approdano per prima dovrebbe curarsi della loro accoglienza. Pertanto non si capisce le basi giuridiche di una simile posizione, oltretutto da parte di alcune fra le regioni più ricche del Paese.

 

Fortunatamente, la stragrande maggioranza delle regioni italiane accoglie le quote di persone a loro assegnate, rendendo concreta la solidarietà alla quale la Costituzione chiama tutte le regioni nella promozione degli interessi dello Stato e dei cittadini. Anche sotto la spinta dell’Unione Europea che

Grazie alla pressione dell’opinione pubblica e della società civile organizzata è stata tale da indurre la Commissione europea ad un’apertura sul tema dell’accoglienza, seppur con una proposta di ricollocazione di una parte limitata delle persone arrivate in Italia in altri paesi UE.

 

La modalità di accoglienza della Regione Toscana -e cioè l’utilizzo di strutture di accoglienza di grande capienza e la distribuzione sul territorio regionale gruppi ristretti di profughi, al fine di facilitare l’inserimento – consente non solo una più agevole integrazione dei beneficiari nei territori ma evita anche le speculazioni e malaffari che hanno contraddistinte la gestione dell’accoglienza in strutture di grande capienza e che hanno prodotto l’effetto nefasto di sminuire, agli occhi di parte dell’opinione pubblica, il valore della solidarietà nei confronti di persone che necessitano di protezione umanitaria. 

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