Acqua e cittadini: le richieste del Forum nazionale ghanese.

Si è tenuto lo scorso 24 giugno il primo Forum Nazionale  “Water citizens” sulla realizzazione del diritto umano all’acqua in Ghana. Il Forum, organizzato da ISODEC (Centro sociale per lo sviluppo integrato), COSPE e l’Acqua Rete dei cittadini con il sostegno dell’Unione europea, ha offerto per la prima volta  alla società civile e ad alcune agenzie governative, tra cui la “Ghana Water Company Limited”,  la possibilità di dialogare sullo stato di attuazione di il diritto umano all’acqua sia a  livello nazionale che  internazionale. Il Ghana è tra i paesi che riconosce esplicitamente  il diritto umano all’acqua, anche  per mantenere il suo impegno con le garanzie costituzionali. L’incertezza per quanto riguarda il riconoscimento del diritto umano all’acqua in Ghana deriva dal fatto che nelle politiche nazionali l’acqua viene definita  anche un bene economico.  

COSPE ha realizzato all’inizio dell’anno un report dal titolo “ Ghana: quando l’acqua diventa merce”, che spiega dettagliatamente quale è la situazione in Ghana:  “Se la Costituzione della Repubblica del Ghana definisce  l’acqua “proprietà dello Stato e del popolo” – si dice nel report – e il National Water Policy, il documento che ne disegna le linee politiche di gestione e ne  sancisce il “principio del diritto fondamentale dell’accesso all’acqua per tutti”, ne determina anche allo stesso tempo la “rilevanza economica” in quanto “risorsa finita e preziosa”. In altri termini: l’acqua è vita, ma si paga”.  

E si aggiunge più avanti: “Le lotte anti-privatizzazione della società civile ghaniana, conclusesi con la ri-pubblicizzazione dell’acqua nel 2011, ne hanno restituito la gestione allo Stato. Hanno però denunciato, allo stesso tempo, gli squilibri causati della sfrenata ondata di privatizzazioni degli anni 80 e 90 in Ghana, nel quadro del “Programma di aggiustamento strutturale”, caldeggiato da Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Tuttavia, il sistema di gestione pubblica, biforcata tra aree urbane e rurali, con le aziende GWCL e CWSA (cioè Community Water and Sanitation Agency), “fa acqua”: all’inefficienza delle infrastrutture in termini di estensione, manutenzione e monitoraggio delle pompe, si aggiungono tariffe esorbitanti, che oscillano al variare del prezzo della valuta, nel rispetto di un “aggiustamento automatico”. Si tratta di un principio macroeconomico, che lega intrinsecamente il prezzo dell’acqua al valore della moneta sul mercato. Il diritto all’acqua, sancito dalla Costituzione, si svuota di significato e si trasforma in merce di scambio”. A fronte di questa situazione  dal Forum sono uscite quattro domande chiare: la costituzionalizzazione del diritto umano all’acqua, un aumento dei finanziamenti sostenuti per il settore idrico, la reintegrazione di acqua urbana e rurale  e l’acqua  al centro degli obiettivi post 2015.  

 In allegato i documenti diffusi dal Forum 

Press Statement First Forum1 (1)

Communique Issued at the end of the Water Citizens National Forum Convened in Accra by ISODEC

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