Il blogger Alaa condannato a 15 anni. La repressione del nuovo governo egiziano.

Free Alaa - campagna

 Alaa Abdel Fatah, uno dei più noti e attivi blogger egiziani, è stato condannato a 15 anni di reclusione dal neo governo guidato dal generale Al Sisi e appena insediatosi.

Questa la terribile notizia che ci arriva, non solo tramite media di tutto il mondo, ma anche da amici che vivono al Cairo o che, come noi, hanno conosciuto Alaa durante i suoi lunghi anni di attivismo politico e sociale. Alaa è stato in prima linea sempre, contro Mukarak, durante la prima rivoluzione (nel 2011) quando è tornato appositamente dal Sudafrica dove stava facendo un dottorato, e poi ogni volta che, qualunque fosse il governo di transizione o eletto come quello di Morsi (caduto il 30 giugno 2013) ci fosse bisogno di protestare e tornare in piazza.

“La rivoluzione è un processo lungo” hanno sempre detto tutti i “rivoluzionari“ come lui. Ma adesso questo processo sembra essersi fermato davanti alle leggi liberticide emanate e applicate dal governo Al Sisi. Ufficialmente infatti Alaa ha violato un legge sull’autorizzazione a manifestare, ma la realtà è che il suo arresto, insieme agli altri 25 attivisti arrestati, è un atto simbolico di forza del nuovo capo del governo che così prende le distanze tanto dai Fratelli Musulmani (ormai dichiarati terroristi) che dalla società civile e dai rivoluzionari della prima ora.

Quello che possiamo fare è – ancora una volta, e come sempre –  sostenere campagne internazionali per la sua liberazione e fare pressione su questo nuovo governo perché in Egitto non ci sia un ritorno al passato e che le voci libere e indipendenti come quelle di Alaa continuino a poter esprimersi e a dare il loro contributo perché finalmente si raggiunga una società più libera e giusta. Vi terremo aggiornati su ogni eventuale iniziativa sarà presa per liberare Alaa.

 

 

 

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