AMINATA TRAORE’: “INDIGNIAMOCI”

Si ? concluso, con un affollato appuntamento alla Casa delle Culture di Ancona, il ciclo di conferenze di Aminata Traor? politica ed intellettuale africana ospite di COSPE in Italia dal 10 al 15 ottobre scorsi nell?ambito della campagna sulle riforme della politica agraria comunitaria ?Eartforall ? una terra per tutti?. Ogni incontro ? stato occasione di approfondimento e riflessione sulla societ? e la crisi di oggi. Sul campo per? rimangono pi? dubbi che certezze, pi? domande che risposte. Come ? logico che sia. Ma il messaggio di Madame Traor? ? chiaro: “Non esistono crisi umanitarie, guerre, rivoluzioni a se stanti. L’indignazione ? trasversale, l’indignazione ? globale. E’ il modello ad essere sbagliato. Cambiamolo!”.

Un miliardo di persone che soffrono la fame secondo l?ultimo rapporto FAO, una carestia che sta diventando cronica nel Corno d?Africa, con milioni di sfollati e migliaia di morti, il Nordafrica dai destini ancora incerti, gli indignados in piazza e a Wall Street e la Grecia ? in bancarotta. Uno scenario mondiale allarmante che denuncia una crisi di sistema e di valori: ?La crisi attuale ? sistemica non congiunturale, si tratta di una crisi non solo economica o finanziaria, ma anche politica, sociale e morale? – ripete Madame Traor? durante le numerose conferenze che l?hanno vista protagonista a Firenze, Bologna, Padova, Pesaro e Ancona insieme a esperti, giornalisti, istituzioni e partner COSPE sui progetti di sovranit? alimentare – ?? la crisi dei valori di una civilt? che si pretendeva universale -ha ripetuto pi? volte- e che scopre di non esserlo. I Paesi come i nostri, dopo 50 anni di tentativi di sviluppo, 30 anni di FMI, Banca Mondiale e liberismo selvaggio, 20 di transizione democratica, sono il luogo emblematico che mostra la crisi di questo modello?. Un modello che mostra le crepe tanto in Africa quanto in Occidente. ?Anche se ? continua Aminata ? ci hanno fatto credere che se l?Africa soffre di fame e di povert? ? perch? se le merita. Che siamo noi, ad aver sbagliato, senza mai tirare in ballo il saccheggio delle risorse perpetrata per secoli sul nostro continente. Il sottosviluppo, o il non-sviluppo, non dipendono da chi lo subisce. L?Africa non ha demeritato. ? l?arroganza dei padroni del mondo che pretende di conciliare l?inconciliabile: sempre pi? ricchezza per i ricchi, senza creare povert? diffusa per i pi? poveri. Noi Africani conosciamo questa crisi, ci siamo passati, e il mondo ci ha additato come degli inetti, scansafatiche. Ora l?Europa del nord, e la Germania in testa, guarda con condiscendenza i Paesi dell?Europa del sud, con un atteggiamento paternalistico simile a quello con cui l?Occidente ha da sempre guardato l?Africa. Ma in realt? ? l?Occidente ad aver bisogno di noi, delle nostre risorse, e, semplicemente l?Occidente se le prende?.

E i metodi sono molti: corruzione dei governi, volatilit? dei prezzi dovute alla finanziariazzazione delle derrate alimentari, politiche agricole e commerciali inique, dumping sui prezzi, azzeramento del mercato interno, debito pubblico e protezionismo dei paesi pi? forti, tra cui l?Europa e infine la pratica sempre pi? selvaggia del land grabbing da parte di multinazionali e stati stranieri per sfruttamento intensivo e monocolture sono gli elementi che stanno affamando sempre di pi? i paesi del sud del mondo.

?Siamo vittime delle nostre ricchezze ? conclude Aminata?. Alla vigilia della Giornata Mondiale dell?alimentazione e a pochi giorni della prima proposta di riforma della PAC, politica Agricola comune da parte della commissione Europea presieduta da Ciolos che ridistribuisce gli aiuti ai 27 paesi dell?Europa, non solo ai 15 stati membri, e che ha introdotto deboli vincoli ambientali e non ha concesso nessuna particolare apertura nei confronti dei cosiddetti PVS, COSPE sostiene e contribuisce con progetti e con azioni di advocacy e lobbiyng a tutti quei movimenti e associazioni agricole riunite in vari consorzi (in Italia il CISA, comitato italiano per la sovranit? alimentare, il Forum Mondiale della Sovranit? Alimentare ?Nyeleni? o il ROPPA, unione dei contadini africani) che stanno alzando la voce, chiedendo giustizia, ed equit? nei vari consessi internazionali.

?Gli investimenti, d?accordo con quanto dice Aminata Traor? e anche secondo la nostra esperienza sul campo, devono andare verso le piccole produzioni locali ? dice Fabio Laurenzi, presidente del COSPE- verso la salvaguardia dell?agricoltura familiare, verso il raggiungimento della sovranit? alimentare che ? il diritto dei ogni popolo di decidere che cosa produrre e che cosa consumare. Ed essere in grado di farlo. Forse questa crisi per quanto drammatica sar? anche salutare perch? la sua dimensione globale ci far? ripensare completamente il modello di sviluppo, quello capitalista e consumista, considerato finora l?unico possibile e vincente. E anche la cooperazione internazionale dovr? fare la sua parte ed essere all?altezza delle nuove sfide ?.