ATTENTATO A TUNISI: SOCIAL FORUM A RISCHIO
Un attentato vile: 19 morti di cui 17 turisti e 2 soldati. Duecentocinquanta i feriti. Un attentato nel cuore della capitale tunisina a pochi giorni del grande appuntamento del Social Forum Mondiale che partirà il 22 marzo con i primi eventi. “Un Paese che finora non ha mai vissuto episodi di questo genere – ci racconta da Tunisi la nostra Debora Del Pistoia che dall’ufficio COSPE, a pochi chilometri dal Museo e del Parlamento, ha seguito in diretta le varie operazioni – la Tunisia era stata immune da veri attacchi terroristici contro società civile e contro stranieri. Finora gli scontri e gli attentati avevano riguardato l’esercito e la guardia nazionale. Siamo totalmente scioccati”.
L’evento è stato sicuramente scioccante per un Paese che sta percorrendo il proprio percorso democratico con fatica ma con determinazione e che proprio ultimamente ha varato iniziative contro il terrorismo e portato a termine molti arresti in tutte le regioni.
“ I tunisini stanno vivendo malissimo questo episodio perché temono che cambi per sempre il corso della storia e che sia un grave colpo all’immagine e all’economia del Paese”.
Anche se naturalmente si pensa a un attacco Isis e alle sue presunte infiltrazioni nel Paese, Debora ci tiene a specificare che ancora non ci sono notizie certe sull’identità dei due terroristi, anche loro rimasti uccisi nello scontro a fuoco con la polizia davanti al Museo del Bardo: “ Parlare di Isis in Tunisia è per ora prematuro e fuorviante. Finora non ci sono certezze su questo aspetto. Aspettiamo per fare analisi più approfondite dell’accaduto”.
Purtroppo anche il Social Forum è a rischio: “ Non ci sono conferme né smentite sulla realizzazione del Forum ma cancellare questa manifestazione internazionale sarebbe una vittoria per chi vuole seminare terrore e annientare e isolare la società civile di questo Paese!”.
“COSPE c’è e sarà al Forum –dichiara Fabio Laurenzi – anche per solidarietà e accanto a quella società civile tunisina che non vuole cedere al ricatto e cadere nella trappola dei terroristi e dei regimi autoritari militari. La risposta dovrà essere tanto radicale nei contenuti quanto democratica e pacifica nelle modalità”.
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