Attraversare i Balcani tra speranze e campi minati

La vita, nonostante tutto. E’ ciò che trasmettono le migliaia di persone che negli ultimi mesi stanno percorrendo a piedi la lunga rotta balcanica che dalla Turchia porta dritta al cuore dell’Europa. In Germania.

Un lungo corridoio umanitario attraverso alcuni degli Stati dell’ex Jugoslavia, molto diversi tra loro. Diversi soprattutto per quanto riguarda il trattamento riservato ai migranti. L’apertura di questo passaggio, infatti, ha consentito un canale “più sicuro” di spostamento, riducendo il tragitto – ma non la pericolosità – dell’attraversamento in mare alla piccola distanza che separa le coste turche da quelle greche. Tuttavia, le migliaia di persone in cammino hanno dovuto fare i conti con altri pericoli. Primo fra tutti, i campi ancora minati, pesante eredità della violenta guerra che ha sconvolto i Balcani oltre vent’anni fa. In questo caso, però, attivisti da tutta Europa, hanno sfruttato la tecnologia e la conoscenza a disposizione per ricostruire una mappatura aggiornata delle zone sminate. E l’hanno messa online, a disposizione dei migranti che, con l’aiuto di volontari sul campo, hanno potuto evitare le rotte insicure. Attraversando queste terre, riaffiora la memoria. Si costeggiano le fitte boscaglie, in passato usate come nascondiglio dai cecchini, oggi delimitate da cartelli che segnalano la presenza di mine anti-uomo.

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