BASTA VIOLENZE E NON SOLO ELEZIONI: COSPE SOSTIENE LE RICHIESTE DEL POPOLO EGIZIANO

COSPE sostiene pienamente la richiesta del popolo egiziano di porre immediatamente fine a qualsiasi tipo di violenza da parte di polizia e esercito – compreso l’uso del gas CS – contro i manifestanti in piazza Tahrir e molte altre città, richiesta espressa negli ultimi giorni da una serie di organizzazioni internazionali, fra cui il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. read the english version

COSPE si unisce alla richiesta delle organizzazioni egiziane per i diritti umani (The Egyptian Initiative for Personal Rights – Hisham Mubarak Law Centre – Cairo Institute for Human Rights Studies – El-Nadim Centre for the Rehabilitation of Victims of Violence, the Arab Network for Human Rights Information) alcune delle quali sono partner di COSPE come l’Arab Network for Human Rights Information e il Centre for Egyptian Women Legal Advice, di perseguire immediatamente gli ufficiali di polizia ed esercito i cui crimini contro manifestanti pacifici sono stati ampiamente documentati negli ultimi giorni, e si unisce al loro appello ai Tribunali internazionali per perseguire questi criminali se il sistema giudiziario egiziano non è in grado o non vuole ottenere giustizia.

COSPE è solidale con il popolo egiziano che attualmente protesta in Egitto contro il Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF), e con le sue semplici richieste democratiche, che sono sostanzialmente due: – La fine dell’attuale governo militare, che ha completamente occupato ogni spazio di vita pubblica annullando progressivamente le competenze del governo transitorio – nominato dallo SCAF. Lo SCAF ha costantemente posto il veto a qualsiasi tentativo di minima riforma dei ministri attualmente dimissionati, alcuni dei quali sono persone oneste che hanno ripetutamente cercato di cambiare leggi repressive e antidemocratiche. Al contrario, lo SCAF ha imposto sempre maggiori limitazioni alle libert? personali e collettive, tra cui ll?inasprimento dello stato di emergenza e del controllo sulle ONG.

Diversi rapporti, di cui il più documentato è il recente rapporto di Amnesty International “Broken Promises”, hanno dettagliato le continue violazioni dei diritti umani, come la tortura e le detenzioni militari illegali di almeno 12,000 civili e centinaia di attivisti, tra i quali il collaboratore e amico di COSPE, il blogger Alaa Abd El Fattah.

– Il ritiro del decreto che pone lo SCAF al di sopra della costituzione, emesso all’inizio di novembre, dove lo SCAF si riserva la nomina dell?80% dei membri dell’assemblea costituente, il diritto di veto su articoli della Costituzione che sarà redatta, e appunto dichiara l’esercito al di sopra della Costituzione, affermando che il suo ruolo è di “proteggere la legittimità costituzionale della nazione … che solo l’esercito ha il diritto di discutere di questioni relative alle forze armate o discutere il suo bilancio e che il presidente non può dichiarare guerra senza aver ottenuto il consenso del Consiglio Supremo delle Forze Armate”.

Questo ruolo sopra-costituzionale dell’esercito è stato ribadito dal feldmaresciallo Tantawi nel suo discorso del 22 novembre, dove ha dichiarato che solo attraverso un referendum lo SCAF avrebbe accettato di trasferire il potere a un governo civile.

E’ per questo che i giovani che hanno lottato così duramente per realizzare un sistema democratico in Egitto, con elezioni libere e democratiche, sono attualmente preoccupati che svolgerle in queste condizioni serva a rafforzare una dittatura militare de-facto con un parlamento fantoccio, condizione di cui l’Egitto ha sofferto per troppo tempo.