CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE SUL REFERENDUM ACQUA

La strada del “popolo dell’acqua” contro il profitto e la privatizzazione del acqua bene comune è ancora lunga: dopo il successo del Referendum del giugno 2011 che sancisce che nel nostro Paese l’acqua deve tornare ad essere un bene comune, sottratto alle logiche del mercato e restituito alla gestione dei cittadini, ancora non si vede l?attuazione del voto da parte delle istituzioni. Una violazione della volontà popolare e di un principio democratico. Per questo COSPE aderisce alla campagna di obbedienza civile promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l?Acqua che propone di cancellare dalla bolletta il “profitto” dell’acqua, cioè eliminando quella quota del 7% che va sotto la definizione di “remunerazione del capitale investito” dai gestori e che il referendum aveva cancellato.

Numerosissimi esempi, infatti, nel nostro Paese, ma anche in Francia, in Germania, e in particolare nel sud del mondo, attestano che la gestione di una risorsa primaria come l’acqua, lasciata alle speculazioni dei privati e delle grandi multinazionali, espone gli approvvigionamenti idrici alla precarietà, all’aumento dei costi e spesso al deterioramento della qualità del servizio.

La Campagna del Forum, battendosi per questi principi e in attesa di vedere rispettato il voto, ha intanto portato a casa un primo risultato: è del 20 gennaio scorso la notizia dello stralcio del divieto di gestione dei servizi di interesse economico generale come l’acqua tramite enti di diritto pubblico da parte del governo Monti, governo che, nel pacchetto delle liberalizzazioni, ha cercato di mettere a tacere gli esiti inequivocabili del referendum, e di imporre la privatizzazione dei servizi idrici in Italia.

E’ la stessa logica che si ripercuote su scala globale: il Global Water Forum continua ad essere diretto dalle grandi multinazionali della distribuzione dell’acqua (soprattutto francesi, ma anche tedesche e olandesi), che cercano di accreditarsi dietro progetti magniloquenti che nascondono solo l’ennesimo tentativo di sottrarre l’acqua, risorsa primaria, alla gestione e al controllo dei popoli e delle persone

Nonostante, nel luglio 2010, a seguito di un lungo processo di lotte e vertenze locali e globali, dalla Bolivia al Senegal, dall’India alla Francia, dal Salvador all’Italia, le Nazioni Unite hanno finalmente riconosciuto che l’accesso all’acqua potabile è un diritto umano universale, e per questo inalienabile e incontrovertibile, i governi europei, sottomessi alle esigenze della finanza internazionale, si mostrano sordi all’appello dei popoli, dei movimenti, e delle stesse Nazioni Unite.

Per questo, nell’immediato futuro, la partita si gioca al Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua di Marsiglia (14-17 marzo 2012), dove COSPE sarà presente insieme al Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull’Acqua di cui facciamo parte. In quest’occasione cercheremo di trasferire le numerose conquiste fatte sul campo, nei numerosi Paesi in cui siamo presenti, dal piano locale al piano globale. COSPE infatti oltre ad essere promotore delle campagne in Italia, lavora da anni a fianco dei movimenti per l’acqua, in Salvador, in Honduras, in Senegal, in Swaziland, in Niger, in Ghana, per rafforzare le reti e connettere le esperienze locali ai grandi movimenti globali.
In vista del Forum di Marsiglia è in programma un seminario a Milano, venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012.

Ovunque abbia prevalso la logica del profitto, siamo stati testimoni diretti delle peggiori conseguenze: inquinamento delle falde, desertificazione, aumento esponenziale dei costi e negazione del diritto elementare di accesso all’acqua potabile. In questi anni abbiamo fatto tanti progressi, portato l’acqua a migliaia di famiglie, restaurato acquedotti, curato le infezioni determinate dalla contaminazione, rafforzato i comitati cittadini di gestione, fatto incontrare i militanti e soprattutto abbiamo contribuito ad un progressivo, ma inevitabile, cambio di paradigma. La tappa di Marsiglia sarà dunque decisiva per il nostro lavoro.