Che fine ha fatto il viceministro alla cooperazione? Lettera della AOI a Renzi

Si accumulano ritardi, si fermano percosi, svaniscono obiettivi. Questo accade alla cooeprazione internazionale in Italia nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ad Addis Abeba non molto tempo fa. Oggi la Aoi (Associazone delle organizzazioni italiane), Link e CINI  mandano una lettera pubblica a Renzi per chidere la nomina di un/a Viceministro/a  e un impegno concreto in questo settore. 
 
“Insieme ai ritardi accumulati sull’insediamento del Consiglio Nazionale  e della nuova Agenzia e sulla nomina del/della Direttore/Direttrice della stessa (entrambe le cose non sono ancora avvenute né ci sono tempi certi), quello sulla nomina del/della Vice Ministro/a è dunque l’ennesimo indicatore delle incertezze e delle battaglie di potere che attraversano il Ministero degli Esteri e la diplomazia italiana. Ricordo, tra parentesi, che il precedente Vice Ministro Lapo Pistelli, responsabile della politica pubblica di cooperazione internazionale ha abbandonato la barca a giugno per passare senza imbarazzo alcuno ad occuparsi delle relazioni internazionali dell’ENI. Pur in presenza del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni, quella del Vice Ministro è questione cruciale, come si è dimostrato anche prima che fosse varata la nuova legge: se il Consiglio Nazionale vuole  essere lo spazio di dialogo e consultazione tra governo e attori pubblici e privati, profit e no-profit, rappresentanti il cosiddetto e tanto decantato Sistema Italia per la cooperazione internazionale; se l’Agenzia deve rappresentare il luogo della professionalità (e non della “politica”) dedicato alla gestione efficace ed efficiente delle risorse economiche e alla elaborazione tematica e strategica -obiettivo  tutto da raggiungere-, allora la previsione di un/una Vice Ministro/a (e non di un semplice sottosegretario) rappresenta la volontà di dare dignità e peso politico alla cooperazione internazionale sia all’interno dello stesso Ministero che del più ampio governo e serve a  garantire un riferimento certo e autorevole per la operatività e l’interlocuzione sia con i livelli ed i meccanismi interni previsti dalla nuova legge che soprattutto con le i governi e le istituzioni nazionali e internazionali, a partire dalla Unione Europea.  Come si dice anche nella lettera, si percepiscono già gli effetti della sua assenza e lo dimostra  il fatto che le ONG e le Associazioni ad oggi debbano scrivere direttamente al Presidente del Consiglio per sollevare la questione la dice lunga sulla situazione perversa ed un po’ ridicola in cui ci troviamo”. 
 
Fabio Laurenzi, presidente COSPE.
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