“Come cambia la cooperazione”: Altreconomia racconta la riforma

Dopo quasi 30 anni una nuova legge governerà il settore della cooperazione internazionale, prendendo il posto della legge 49/1987.  A questo è dedicata l’ultima copertina di “Altreconomia”, mensile che si occupa di economia sociale, diritti e nuovi stili di vita, che analizza la riforma approvata recentemente dal parlamento e raccoglie i diversi punti di vista di dieci ONG, tra cui COSPE.

Le ONG interpellate reputano necessaria la riforma, soprattutto la creazione di un’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo prevista al suo interno, ma spiegano che nonostante siano attori fondamentali nei processi di sviluppo e di risposta alle emergenza, nel 2013 il ministero degli Esteri ha assegnato loro appena 15 milioni di euro su un totale di 2,4 miliardi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo, lo 0,16% del prodotto interno lordo (PIL). A meno di non aumentare le risorse a disposizione, commentano, la nuova riforma rischia di mettere le ONG ai margini. Rischio anche dovuto all’ingresso delle imprese private come “nuovi attori” della cooperazione, al pari delle realtà non profit.

Al contempo sarà creata un’istituzione finanziaria per lo sviluppo, la Cassa depositi e prestiti, il soggetto che già controlla i servizi di assicurazione degli investimenti esteri delle imprese (SACE) e di supporto all’internazionalizzazione delle aziende italiane (SIMEST).

Un passaggio importante sarà quello relativo alla nomina del direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo – commenta all’interno dell’articolo  il presidente COSPE Fabio Laurenzic’è il rischio che il prescelto arrivi dal mondo delle banche internazionali, o delle imprese”.

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