CORTE COSTITUZIONALE: RISPETTARE IL REFERENDUM

Il 20 luglio scorso, La Corte Costituzionale si è espressa in merito al Referendum sui Beni comuni dichiarando incostituzionale e, quindi, inammissibile l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 agosto del 2011 con il quale il governo Berlusconi reintroduceva la privatizzazione della gestione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare, articolo ripreso in seguito anche dal governo Monti.
La Corte accoglie e accorpa una serie di ricorsi presentati nel corso dei mesi e sancisce il vincolo della volontà espressa con il referendum del 12 e 13 giugno 2011. Una grande vittoria dei movimenti e della democrazia.

Come COSPE, da sempre attivi nella difesa dei beni comuni, accogliamo con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale.
COSPE, che da anni lavora in tutto il mondo a fianco delle comunità, della società civile, dei movimenti e comitati di base per promuovere il riconoscimento del diritto all’acqua difendendo modelli di gestione dal basso, partecipata e comunitaria, ha recentemente partecipato al Forum dell’Acqua di Marsiglia insieme a molti partner dall’Africa e dell’America latina.

In occasione del Forum Mondiale Alternativo sull’Acqua organizzato a Firenze nel marzo 2003, COSPE ha aderito alle linee programmatiche tracciate dal Manifesto per un Contratto Mondiale sull’acqua e da anni lavora a fianco dei movimenti per l’acqua, delle comunità, degli enti pubblici locali con modalità di partecipazione attiva nella definizione delle forme e delle modalità di gestione dell’acqua.

Maggiori informazioni su Marsiglia e sul lavoro che COSPE porta avanti sull’acqua.

Qui di seguito il comunicato stampa del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua uscito in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale.

Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese. Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.

La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l’articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l’articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.

La sentenza ribadisce con forza la volont? popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.

Si scrive acqua, si legge democrazia!