COSPE SOLIDALE CON LA COMUNITÀ DI VIA SLATAPER

È successo ieri, a pochi passi dalla nostra sede. Mohamud Mohamed Guled, 31 anni, somalo, ha deciso di gettarsi nel vuoto, dalla finestra dello stabile occupato di via Slataper dove viveva in condizioni al limite dell’umano con quasi duecento connazionali.

Rifugiati, richiedenti asilo, persone che hanno ottenuto la protezione umanitaria. Tanti e diversificati sono gli status giuridici riconosciuti (o meno) ai nostri ''vicini di casa'', ma una sola è la condizione di vita che li accomuna. Una situazione inaccettabile, che li vede sopravvivere in un edificio adibito ad ospitare uffici, senza cucine e bagni adeguati alla presenza di uomini, donne e bambini che lì sono stati costretti ad abitare, non avendo altra scelta se non la strada.

La morte di Mohamud non è un caso, ma l’eclatante dimostrazione dell’incapacità dello Stato Italiano di garantire un’accoglienza dignitosa a chi, fuggendo da situazioni di guerra, violenza e persecuzione, chiede un posto sicuro dove vivere e in cui veder riconosciuti i propri diritti.

Ci stringiamo attorno alla comunità di via Slataper, augurandoci che quanto successo serva almeno da sollecito alle istituzioni affinché prendano provvedimenti adeguati e che contribuisca a riportare al primo posto nell’agenda politica del nostro paese il tema del sistema di accoglienza.