DAL SENEGAL LA VOCE DEL RAP CONTRO IL REGIME

Il Senegal, Paese dove COSPE è presente da quasi 25 anni, negli scorsi mesi ha conosciuto un periodo di grave crisi istituzionale. A partire dall’estate scorsa, l’ex presidente Abdoulaye Wad aveva tentato di destabilizzare lo Stato proponendo una modifica della legge elettorale e della Costituzione che gli permettesse di ricandidarsi per la terza volta ed essere eletto con il 25% dei voti, autorizzando con un abile stratagemma la successione dinastica in favore del figlio Karim.

Fortunatamente le cose sono andate in maniera diversa e il Senegal ? riuscito a mantenere il suo status di democrazia. Secondo molti, il movimento ‘Y en a Marre’ (Ne abbiamo abbastanza) ha avuto un ruolo fondamentale durante la campagna elettorale, per la salvezza della democrazia nel Paese.
Costituito dai rappers della Banlieu di Dakar e da alcuni giornalisti militanti stanchi dei continui soprusi, della violazione dei diritti umani e della corruzione dei propri governanti, il gruppo ‘Y en a Marre’ con le sue canzoni impegnate ha convinto migliaia di giovani a interessarsi alla politica e ad andare a votare. Di seguito un’intervista ai rapper del gruppo Keur Gui – Y’en a Marre! incontrati a Monastir, Tunisia, in occasione del Forum Sociale del Maghreb.

Perchè siete qui?

YAM: siamo qui, in qualità di artisti, per esprimere la voce dei giovani africani. Tutti i popoli africani sono una sola famiglia: in nome della nostra dignità, non accettiamo pi? la repressione e la sottomissione a governi dispotici che non ci rappresentano. Non c’è bisogno di essere al governo per cambiare le cose: anche il semplice cittadino può e deve fare la sua parte.

Il Senegal e la Tunisia sono espressioni di una stessa lotta. Non siamo stupidi animali, non accettiamo pi? di essere presi in giro da dirigenti mafiosi che violano quotidianamente i nostri diritti. Noi non siamo i loro sguatteri nè i loro servi, sono loro che sono impiegati pubblici al nostro servizio.

Com’è attualmente la situazione politica in Senegal?

YAM: Per ora è stabile. Vediamo cosa succederà, rimaniamo in allerta. Noi non siamo fiancheggiatori di nessun governo, siamo con la gente, in mezzo al popolo. Il nostro è un movimento politico, ma non un movimento partitico. Il nuovo Presidente sa che possiamo mobilitare di nuovo migliaia di persone in un batter d’occhio. Per questo ci ha avvertito prima di salire al potere: faccio cinque anni e me ne vado. Ha paura di noi.

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