DIFENDIAMO LA LIBERTA’ DI STAMPA NEL NOSTRO PAESE aderisca alla manifestazione

Perchè l’informazione sia davvero libera e plurale è necessario battersi per allargare l’accesso a partecipazione allo spazio mediatico e, quindi, al dibattito pubblico a tutte le componenti della società italiana, una società multiculturale. Con questa convinzione COSPE dopo aver aderito all?appello lanciato dal quotidiano “La Repubblica” in difesa della libertà di stampa, partecipa alla manifestazione “No all’informazione al guinzaglio” indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e sarà in piazza a Roma sabato 19 settembre.

L’iniziativa si svolgerà a partire dalle ore 16 presso Piazza del Popolo, a Roma. La Fnsi rivolge un appello a tutte le forze sociali, sindacali, associative e a tutte le cittadine e i cittadini, affinchè senza distinzione di parte o di schieramento, vogliano raccogliere questo invito e partecipare a questa grande iniziativa. La manifestazione si propone, in primo luogo, di rafforzare e di tutelare i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione e il diritto inalienabile di ogni cittadino alla conoscenza, alla informazione completa e plurale e alla comunicazione, che per essere tale non può subire forma alcuna di bavaglio.
COSPE raccoglie questo invito e chiama tutti a partecipare alla manifestazione di sabato 19 settembre, a Roma.

Qui di seguito, inoltre, riportiamo il testo dell’appello di Repubblica scritto da tre giuristi (Franco Cordero, Stefano Rodot?, Gustavo Zagrebelsky) dopo la decisione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di denunciare il quotidiano per le dieci domande, con cui gli si chiedeva di chiarire i suoi rapporti con la famiglia Letizia e spiegare quanto emerso dallo scandalo “escort”. Domande alle quali Berlusconi non ha ancora dato alcuna risposta.

Testo dell’appello:
L’attacco a “Repubblica”, di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l’ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera “retoriche”, perchè suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.
Invece, si batte la strada dell’intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di “cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee”, come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell’informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.
Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d’informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.

Si può aderire all’appello visitando il sito di Repubblica alla pagina: http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391107

vi segnaliamo inoltre l’appello del gruppo giornalisti contro il razzismo http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_3388.html.