Diritti delle donne: cos’è cambiato da Pechino ad oggi. Shadow report delle ONG.

Qualcosa è cambiato: negli ultimi anni in Italia è aumentata a percentuale femminile fra i parlamentari e la parità fra i sessi nel Governo, sono state nominate diverse donne ai vertici di importanti aziende pubbliche e, in altro ambito, è aumentata la presenza femminile nei consigli di amministrazione.

Questo è quanto rileva il “Rapporto sull’attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino. Rilevazione quinquennale: 2009-2014 Cosa veramente è stato fatto in Italia” promosso e redatto da diverse organizzazioni per la promozione dei diritti umani, associazioni delle donne, ONG, coordinamenti sindacali e singole esperte di genere per ovviare a una croniche mancanze di dati e rilevazioni del dopo “ Pechino”. La conferenza mondiale sui diritti delle donne del 1995 stabiliva infatti anche la verifica, ogni cinque anni, del Programma d’Azione per ogni Paese che l’aveva sottoscritto. Il quadro che emergeva però rappresentava solo in parte la realtà italiana.

L’Italia, rispetto al tema dell’uguaglianza di genere, ha infatti attirato l’attenzione e le critiche delle istituzioni internazionali diverse volte negli ultimi cinque anni. Pertanto deve fare chiarezza e impegnarsi diversamente a partire dal periodo della sua Presidenza UE per di rispettare gli obblighi internazionali del Paese e dimostrare un radicale cambiamento di tendenza rispetto alla responsabilità che lo Stato ha per promuovere la parità di genere.

se il rapporto rileva che dei miglioramenti ci sono stati , nota anche che questi sono avvenuti solo in certi ambienti e il rischio che si profila è proprio quello di una scissione fra ciò che accade in alcune situazioni che concernono alti livelli delle Istituzioni dello Stato e dell’economia e la stragrande maggioranza della popolazione femminile, le cui condizioni di lavoro e più complessivamente degli stili di vita vanno invece aggravandosi. Lo testimoniano il basso tasso di occupazione, l’alto livello di povertà, nonché l’assottigliarsi del già fragile sistema di welfare. I settori sui quali occorre intervenire sono dunque vasti e il lavoro da fare rimane arduo e complesso.

Un elemento di positività in un contesto certo non facile è costituito dalla presenza critica, ma anche propositiva, di un movimento plurale, composto da donne e non solo, da associazioni (formalizzate e non) provenienti dal femminismo, dalle organizzazioni non governative, dai coordinamenti sindacali, dalle associazioni per la promozione dei diritti umani, realtà che operano sul piano culturale, sociale, economico, politico e dei diritti. Testimoni in questo di una forza delle donne che si misura con una difficile realtà in trasformazione, interpreti anche di istanze internazionali sull’empowerment femminile; un movimento che è stato in grado in questi anni di creare mobilitazione e mettere in atto interventi per la promozione e salvaguardia dei diritti di cittadinanza e degli spazi di democrazia nel nostro Paese.

Scarica il rapporto completo http://asud.net/wp-content/uploads/2014/07/Pechino2009_2014.doc_July-22_DEF-1.pdf

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