E’ uscito l’ultimo numero di Babel

Cuba e la cooperazione come ponte culturale

Nuovamente Cuba fa parlare di sé.
Centinaia di migliaia di persone hanno ascoltato il  17 dicembre scorso e dichiarazioni fatte quasi all’unisono dai presidenti di Stati Uniti e Cuba, un cui si prospettava il primo timido riallacciamento delle delicatissime relazioni politiche ed economiche tra i due Paesi. Tutta la stampa mondiale ha riportato i fatti in prima pagina, a testimonianza di un momento storico da registrare, a cui era importante essere presenti, partecipare. L’apertura dell’imponente vicino di casa si deve sicuramente a processo che dura da tempo e che fa seguito al lento procedere delle riforme che il Paese caraibico ha messo in atto da qualche anno a questa parte, nell’ottica di migliorare e aggiornare il proprio modello sociale ed economico.
Non è la prima volta che Cuna fa parlare di sé, andando a stuzzicare l’immaginario più diverso, dal fascino alla contraddizione, dalla stima alla condanna, dall’invidia al timore, fino ad arrivare a sentimenti contrastanti di amore-odio, molto comuni e difficilmente spiegabili. Quello che però colpisce sempre tutti coloro che entrano in contatto con questo complesso arcipelago di isole, è il popolo che lo abita, con la sua storia, la sua tenacia e il forte attaccamento alla sua cultura profondamente sincretica: dalle origini spagnole alla contaminazione africana, dai legami con tutto il continente latinoamericano fino ad arrivare al confronto dialettico e controverso con quella del suo dirimpettaio statunitense.
È per questo che dedichiamo il nuovo numero di Babel alla cultura cubana, per cercare di comprendere, attraverso i suoi protagonisti, una parte di un mondo straordinario che non può essere raccontato in poche pagine nella sua incredibile complessità, ma può essere immaginato e, forse, un po’ compreso.
È la Cuba dei giovani, vecchi e nuovi, che raccontano per strada i propri sogni e idee; quella di bambini e bambine che fin da piccolissimi imparano e trasmettono le tradizioni orali contadine, incantando con le rime improvvisate dal punto cubano ascoltatori attenti; quella della letteratura, del teatro e del cinema, ricco, critico e intellettuale, accessibile a tutti; quella della contaminazione positiva tra le arti, i saperi, le conoscenze, i ricordi, che viaggiano tra generazioni. È con queste persone, con questa Cuba, che COSPE realizza i progetti di cooperazione internazionale, dove la cultura intesa nel senso più ampio, deve necessariamente stare insieme ai processi di sviluppo sostenibile, e alle esperienze di scambio. E così anche noi accompagniamo la creazione di questo ponte culturale con Cuba, di questo viaggio nella sua cultura, godendo degli stornelli improvvisati da un “Boccaccio Habenero”, della musica di giovani cantautori e cantautrici, di audiovisivi sui temi più diversi, in un percorso che sempre più ci permette di riconoscere la diversità come un valore, la differenza di opinioni come una risorsa e che ci ricorda che è il popolo, con le sue caratteristiche, la sua storia, la sua ricchezza e la sua cultura, a identificare un Paese.

Cecilia Rossi Romanelli

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