Ecuador: 25000 sfollati

L’Ecuador sta affrontando diverse emergenze dopo il terremoto di sabato e la priorità è quella di supportare le attività di ricerca di dare sostegno e stabilizzare le condizioni di vita delle innumerevoli persone, si contano oggi circa 25  mila persone, che si trovano senza rifugio e devono essere aiutate con cibo, acqua, vestititi, beni di prima necessità.

Nelle zone colpite dal terremoto si contano 587 vittime, 107 dispersi e un numero ancora elevato di feriti, più di 8 mila, che sono dislocati nelle strutture ospedaliere, i più gravi, oppure curati nelle strutture di campo allestite dalla protezione civile e dalla croce rossa ecuadoriana.

La solidarietà e l’aiuto internazionale hanno permesso a squadre di primo soccorso provenienti dal Cile, Argentina, Colombia, Brasile, e da altri Paesi latinoamericani. Anche un contingente spagnolo, atterrato nella notte di macerie, è già al lavoro per supportare le squadre di soccorso in questa disperata ricerca di possibili persone ancora in vita sotto le macerie.

I bollettini della protezione civile ecuadoriana si susseguono nel tentativo di dar una dimensione agli effetti del terremoto, con più di 1100 edifici crollati e quasi 300 scuole che, al momento, non sono agibili. Danni strutturali, assenza di viabilità contribuiscono a rendere molto complicato il lavoro di riscatto, anche se, va aggiunto, il ripristino della energia elettrica in tutti i centri urbani colpiti ha permesso di velocizzare le attività di riscatto e di supporto alla popolazione.

I lavori purtroppo si stanno effettuando durante una replica continua di scosse, la ultima, molto forte, avvenuta oggi pomeriggio alle 17, che rendono difficile il lavoro proprio in quelle aree urbane maggiormente colpite, con il rischio costante di ulteriori crolli.

Sono arrivate notizie che la ACHNUR, la agenzia della ONU per i rifugiati, sta preparando un primo volo di aiuti con beni e materiali di prima necessità.

Il Governo, attraverso Correa e il vice presidente, ha continuato a sostenere il lavoro delle squadre e dei volontari e il ripristino di alcune strade sta permettendo di portar i beni di prima necessità anche nelle zone rurali, quelle che ancora non avevano avuto possibilità di ricevere aiuto. Dalla zona zero, ovvero dalle aree più prossime dall’epicentro, è quindi possibile adesso arrivare a quelle aree che ancora si trovano sena servizi essenziali, come acqua, luce, viveri.

Stanno anche arrivando le prime stime, che dovranno essere successivamente confermate dal lavoro coordinato dal Ministero Per la Inclusione Economica e Sociale, da oggi a carico del coordinamento generale delle operazioni. Secondo Correa, in visita nella città d Portoviejo (Manabi) si stima in 3 miliardi di dollari il danno causato dal terremoto. Un danno che, messo in relazione con il PIL del Paese, rappresenterebbe circa il 3% della ricchezza nazionale. Il Governo ha anche aggiunto che con molta probabilità il processo di ricostruzione impoegherà anni a riportare le condizioni ante terremoto

Ma l’Ecuador sta anche cercando lentamente di ripartire. Dopo due giornate caratterizzate da poco traffico e quasi tutte le istituzioni chiuse, impegnate a partecipare negli sforzi di coordinamento nelle fasi di primissimo aiuti,  qui nella capitale, il lavoro, le abitudini, le attività stanno riprendendo. Ma con esse è anche partita una campagna di solidarietà senza precedenti.

Nei dintorni del distretto finanziario, nel parco de La Carolina, nella zona del centro storico, si vedono striscioni, cartelli e persone che chiedono donazioni per le popolazioni terremotati. Acqua, vestiti, conserve sono tra le cose maggiormente richieste, ma anche olio, legumi.

I partiti politici, i gruppi religiosi, le istituzioni, per le strade di Quito in questi giorni si vedono cumuli di alimenti e beni di prima necessità che, nella maggioranza dei casi, sono consegnati poi al Ministero per l’Inclusione Economica e Sociale che, in coordinamento con l’esercito, trasporta il tutto nei centri di raccolta e distribuzione delle zone colpite.

Anche la Mancomuniad del Norte, con la quale COSPE sta collaborando nel quadro del progetto Mancomunidad de Todos, ha avviato oggi una prima raccolta davanti alla sua sede, nella Avenida de los Shyris. Durante la giornata persone di tutte le età hanno donato pannolini, riso, acqua, fagioli. Quasi 200 chili di cibo e altri beni che contribuiranno, con tutto quanto la città sta  raccogliendo, a rifornire le zone colpite.

Una dimostrazione di solidarietà che speriamo sia contagiosa e permetta di iniziare, quanto prima, il lavoro di recupero e ricostruzione.

Aiutaci a portare i primi aiuti come tende, medicinali, alimenti, vestiti, in base alle necessità che si individueranno assieme con le autorità locali e comunità colpite. 

Aiutaci a ricostruire insieme a loro la speranza nel futuro.

Puoi contribuire fin da subito con bonifico bancario a: c/c bancario n. 7876 Banca Etica sede di Firenze, Via dell’Agnolo, 73/R IBAN IT12 P050 1802 8000 0000 0007 876 (intestato a: COSPE – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, Via Slataper, 10 – 50134 Firenze) specificando come causale “Terremoto Ecuador”.

O con pay pall andando sulla pagina EMERGENZA ECUADOR: 

I fondi saranno gestiti in forma coordinata dalle 4 ONG promotrici di questa campagna di solidarietà e in permanente dialogo con le autorità nazionali responsabili della gestione dell’emergenza.

Leggi anche il blog di Piero Pelleschi su Huffington Post