Ecuador: in aumento le vittime e i danni. Aperto un conto corrente per rispondere all’emergenza.

Gli ultimi aggiornamenti  da Fabio Scotto, coordinatore del progetto COSPE “Cacao correcto: rafforzamento delle filiere del cacao e del caffè per la sovranità alimentare dell’Ecuador” partito lo scorso gennaio con il cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri – Cooperazione Italiana per lo Sviluppo nelle province di Esmeralda, Manabí e Pichincha.

Il numero delle vittime, a un giorno di distanza dal terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito l’Ecuador, sono salite a 300 e il bilancio è destinato a aumentare con il passare del tempo. Sono già 2658 i feriti, 667 le persone sfollate, e quasi 500 gli edifici distrutti. Sono queste le cifre del bollettino della “Segreteria nazionale della gestione dei rischi”. Contare i danni ad oggi è però ancora difficile perché le scosse continuano numerose: si tratta dell’evento sismico di maggiore gravità per il Paese.

COSPE è presente nel paese dal 1999 con progetti legati alla gestione partecipata delle istituzioni e di sovranità alimentare, lavora oggi in alcune delle province più colpite dal terremoto: Esmeraldas, Manabì (qui la maggior parte delle vittime), Santo Domingo, Pichincha, tutte zone dichiarate in emergenza. In questo momento tutte le attività progettuali sono sospese per verificare le condizioni dei beneficiari e non solo e gli eventuali danni che hanno sofferto e che il terremoto ha causato nell’area di intervento. Purtroppo anche questo compito non è facile visto che le principali strade di comunicazione tra province e le comunicazioni sono interrotte da sabato.  Fino ad oggi le notizie ufficiali mostrano solo le zone urbane più grandi e raggiungibili, dimenticando le centinaia di situazioni drammatiche che vivono le famiglie contadine nelle comunità, dove ancora non arrivano i giornalisti e le autorità incaricate. Le testimonianze che ci arrivano sono quelle dei nostri collaboratori locali: “Disperazione e frustrazione e case completamente distrutte – racconta Byron Caisigna, dalla provincia di Esmeraldas”- a crollare soprattutto quelle in cemento, mentre hanno resistito le case in legno”. Alcune famiglie con cui lavoriamo sono dovute scappare dalle loro case danneggiate ed insicure, e cercare ospitalità da altre famiglie o rifugi provvisori”.  Situazione drammatica nella  provincia di Manabí, dove gran parte dei produttori dell’associazione partner Flavio Alfaro, circa 400, hanno perso la casa e i propri averi.  

Quello che serve oggi in queste zone sono beni di prima necessità: dall’acqua a un kit di potabilizzazione ad alimenti non deperibili (olio, zucchero, sale, grani, riso, fagioli, farine, pasta, biscotti, barre energetiche, latte…) ma anche stoviglie, tende, cuscini, copertine, vestiti per clima tropicale, cappelli, zanzariere e repellenti, kit per igiene personale, bende, cerotti e gesso.

Per questo COSPE, insieme ad altre associazioni che lavorano nel Paese hanno aperto un conto corrente per raccogliere fondi per la popolazione e rispondere all’emergenza.

c/c bancario n. 7876 Banca Etica sede di Firenze, Via dell’Agnolo, 73/R IBAN IT12 P050 1802 8000 0000 0007 876 (intestato a: COSPE – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, Via Slataper, 10 – 50134 Firenze) specificando come causale “Terremoto Ecuador”.