ELEZIONI IN SWAZILAND: DIFFICILI PROVE DI DEMOCRAZIA

In Swaziland, l’ultimo regno africano, dopo il primo turno della amministrative (24 agosto) dove sono stati eletti i candidati dei rispettivi Imiphakatsi (feudi) si sono svolte, il 20 settembre, le elezioni dei 55 rappresentanti della Inkhundla (il Parlamento reale). Così le commenta Hleli Luhanga coordinatrice di un progetto COSPE.

La maggior parte degli attivisti swazi le ha boicottate, ma una parte significativa ha partecipato, sostenendo che ogni piccolo spazio deve essere usato. Hleli Luhanga, attivista del Swazi Young Women Network e coordinatrice del progetto di COSPE a sostegno della società civile, ritiene che le elezioni in sé forniscano un utile esercizio di democrazia, perchè “il segreto dell’urna è una delle poche occasioni, in Swaziland, dove le persone possono esprimersi liberamente, se pure con una scelta limitataµ. La presenza di osservatori internazionali apre uno spazio per la società civile swazi che quest’anno è riuscita ad accreditare 40 propri osservatori, attraverso il partner del progetto CANGO (Coordinating Assembly of NGOs), inclusa Hleli. “Questo limita la possibilità di corruzione che i candidati, inevitabilmente, tentano di giocarsi. Grazie ai sempre più alti compensi dei parlamentari e grazie alle ampie possibilità affaristiche offerte dalla posizione, le elezioni sono diventate sempre più competitive, e per le campagne elettorali abbiamo visto correre fiumi di denaro. Poche donne, una su 55, ce l’hanno fatta. Poiché la Costituzione raccomanda invece il 30% di donne in parlamento, dobbiamo sperare che i 10 parlamentari di nomina da parte del Re siano donne.µ

Diversi sindacati e gruppi pro-democrazia hanno dichiarato il boicottaggio del processo elettorale perché lo ritengono una dimostrazione di facciata: “Anche se il governo Swazi vanta caratteristiche di uno stato moderno… il monarca sceglie e controlla tutti i responsabiliµ, denunciano, “Re Mswati sceglie i ministri, può porre il veto a nuove leggi e può sciogliere il parlamento. E’ al di sopra di ogni legge e non può essere citato in giudizioµ. Questi gruppi e attivisti hanno organizzato, due settimane prima delle elezioni, una Campagna per la Democrazia che prevedeva dibattiti e cortei, lanciata con un congresso di lavoratori a cui hanno partecipato leader sudafricani dell lotta anti-apartheid come Jay Naidoo. Sono stati arrestati tutti con violenza, dopo qualche ora i sudafricani sono stati espulsi e i leader swazi messi agli arresti domiciliari.

In un paese che si è tutto mobilitato per affrontare sfide importanti, come la lotta all’HIV AIDS, la maggioranza del popolo Swazi sceglie di continuare a provare ad occupare piccoli spazi e, pazientemente, allargarli. Come le women coalitions sostenute da un altro progetto COSPE, insieme a SWAGAA (Swaziland Action Group Against Abuse) comunità per comunità, dove le donne hanno elaborato le loro agende e contattato tutti i candidati, chiedendo loro di far rispettare i diritti di tutti, inclusi gli orfani di AIDS.