ELEZIONI LIBANESI, UN NULLA DI FATTO? – Articolo di Ernesto Pagano

a cura di Ernesto Pagano, da Beirut

Il nuovo parlamento libanese somiglia molto a quello precedente. La maggioranza di governo, guidata dal partito di Hariri, ? stata riconfermata, mentre l?opposizione, data da molti per vincente alla vigilia del voto, ? rimasta tale. E c?? gi? chi si affretta a dire che le elezioni del 7 giugno scorso hanno portato a un nulla di fatto.
In effetti, se si guardano i numeri, la coalizione ?14 Marzo?, guidata dal Future Movement di Saad Hariri e sostenuta da Stati Uniti e Arabia Saudita, ha ottenuto 71 seggi rispetto ai 72 della precedente legislatura. L?opposizione, guidata da Hezbollah e sostenuta da Siria e Iran, ? passata da 56 a 57 seggi.

Con un parlamento diviso su base confessionale, i risultati erano gi? scontati in 20 delle 26 circoscrizioni del paese. L?unica incognita era il voto dei cristiani, conteso tra Parito Falangista e Forse Libanesi dal lato del ?14 Marzo?, e Movimento Patriottico Libero (Mpl) dal lato dell?opposizione. Ma nel nuovo parlamento l?equilibrio tra i tre partiti cristiani ? rimasto pressoch? inalterato. I ?Falangisti? e le ?Forze Libanesi? conservano i loro 10 seggi, mentre il generale Aoun, leader dell?Mpl, guider? un gruppo parlamentare di 19 membri (4 in pi? rispetto alla scorsa legislatura) grazie all?alleanza con alcuni neoeletti indipendenti.

Il riconoscimento della sconfitta da parte di Hezbollah ? stato salutato da tutte le forze politiche libanesi e dalla comunit? internazionale, come un esempio di sviluppo del dialogo democratico. Ma allo stesso tempo il leader Hassan Nasrallah, ha sottolineato che la maggioranza parlamentare non corrisponde alla ?maggioranza popolare?. In termini assoluti, infatti, l?opposizione ha raccolto 100.000 voti in pi? rispetto alla maggioranza, perch? la legge elettorale da pi? rilevanza ad alcune circoscrizioni che sono meno popolate di altre. Questo dato, insieme al rifiuto categorico di Nasrallah di smantellare il suo apparato militare, lasciano inalterata la forza del Partito di Dio e obbligano da subito la maggioranza a cercare un dialogo con l?opposizione che gi? fa appello a un governo di unit? nazionale.

Il parlamento nominer? il presidente della camera (per legge uno sciita) il 20 giugno prossimo. Sar? la prima tappa per la nomina del primo ministro – molto probabilmente Saad Hariri – e per scoprire se il nuovo governo sar? una replica di quello precedente o se nel Paese dei Cedri si aprir? davvero una nuova stagione politica.