ENAR SHADOW REPORT – ESCE IL RAPPORTO SUL RAZZISMO IN EUROPA

“La crisi economica ha un impatto negativo su migranti e minoranze etniche, rendendoli particolarmente vulnerabili a disoccupazione e precarietà occupazionale”. Questo è quanto emerge dalle conclusioni del Shadow Report 2010-2011 sul razzismo in Europa, il rapporto sarà reso pubblico da ENAR il 21 marzo, in occasione della Giornata Internazionale Contro il Razzismo. Sempre dal rapporto: “La flessione dell’economia crea anche paure diffuse che da un lato stimolano comportamenti razzisti e dall?altro riducono le risorse impegnate per combatterli, con il risultato di indebolire l?azione contro razzismo e xenofobia”.

Il rapporto, basato sui dati raccolti da organizzazioni antirazziste in tutta Europa, mette in evidenza che le minoranze etniche e religiose si trovano di fronte a discriminazione ed esclusione in ogni campo della vita, dall’occupazione all’istruzione, dall’abitazione all’azione di polizia. In Spagna, per esempio, un lavoratore immigrato è stato licenziato per aver chiesto un contratto di lavoro dopo aver lavorato nove ore al giorno, sei giorni alla settimana, per 600 euro per due mesi; in Romania l’aspettativa di vita dei Rom è dieci anni più bassa rispetto alla media degli europei e quasi metà dei bambini Rom non ha accesso alle vaccinazioni.

Sono in crescita gli atti di violenza con motivazioni razziali commessi da gruppi neonazisti e da altri criminali, parallelamente al crescente successo di partiti e movimenti di estrema destra, come è accaduto nel Regno Unito, in Danimarca, Ungheria, Grecia e Polonia.

Il rapporto evidenzia anche che le persone di origine africana sono particolarmente vulnerabili al razzismo e alla discriminazione etnica in molti Stati dell’Ue, e la loro visibilità aumenta questa vulnerabilit?. Nel Regno Unito le probabilit? di essere fermati e perquisiti sono sei volte superiori per i neri rispetto ai bianchi; in Spagna il 36,8% dei proprietari di case rifiutano di affittare ad africani delle regioni subsahariane.

Sebbene tutti gli Stati membri della Ue abbiano trasposto nella legislazione nazionale le norme europee contro le discriminazioni, pochi sono i casi portati davanti a un Tribunale e le leggi sono spesso inapplicate nella pratica. Inoltre, nella maggior parte degli Stati membri c’è una tendenza a politiche dell’immigrazione più restrittive tese non solo al controllo delle frontiere esterne ma anche a limitare il diritto di residenza all’interno dell’Unione europea.

Leggi l?articolo completo e scarica il rapporto sull?Europa e sull?Italia sul sito CIRDI.