Una petizione contro la legge anti-proteste in Egitto

Mentre continuano i disordini in Egitto, alcune centinaia di intellettuali hanno firmato una petizione per l’abrogazione della legge “ antiproteste” che ha già causato decine di arresti e che legalizza, di fatto, l’uso della violenza contro i manifestanti.  Riportiamo un articolo del quotidiano indipendente Ahram Online

 

Circa 700 tra scrittori, professori ed accademici egiziani hanno firmato una petizione che chiede l’abrogazione della legge che restringe fortemente il diritto alle manifestazioni pubbliche, e che ha portato all’incarcerazione di centinaia di persone, tra cui molti attivisti democratici alla testa della Primavera egiziana del 2011.

La petizione era stata annunciata e presentata dieci giorni fa, per respingere la nuova “legge sulle proteste” e la “violenza sociale” che ha causato, oltre che per chiedere l’immediato rilascio di tutti i cittadini incarcerati per quelle che le autorità chiamano “manifestazioni illegali”. “La legge ha causato una ricaduta negativa maggiore di qualsiasi beneficio atteso…dando il via a violenze sociali e creando ostilità tra lo stato ed il popolo” recita  una parte della petizione. Già nella mattinata di domenica 6 luglio, riporta la Reuters, 700 intellettuali ed accademici avevano firmato la petizione. Una versione finale con tutte le firme – spiegano gli organizzatori – sarà presto disponibile.

Fin dalla cacciata del presidente islamista Mohamed Morsi, avvenuta la scorsa estate, le autorità statali hanno avviato una dura repressione nei confronti dei Fratelli Musulmani e di altri simpatizzanti islamisti, che ha portato alla morte di centinaia di attivisti e di migliaia di incarcerazioni. Dozzine di dissidenti laici, incluse figure di spicco della rivoluzione del 2011 che portò al rovesciamento del regime dittatoriale di Honsi Mubarak, sono stati imprigionati per aver infranto la legge sulle manifestazioni. 

La legge viola i trattati internazionali e le convenzioni sottoscritte dall’Egitto, oltre ad andare contro alla Costituzione, che custodisce e tutela il diritto assoluto a protestare” aggiunge la petizione.  La controversa legge anti-proteste, condannata dall’Occidente e dalle organizzazioni di tutela dei diritti umani come liberticida, prevede che si debba fare richiesta alla polizia per poter protestare almeno tre giorni prima, ed impone pene detentive e multe salatissime in caso di violazioni.  “La legge anti-proteste permette alle autorità egiziane di vietare dimostrazioni e manifestazioni a loro discrezione, e concede alle forze di sicurezza libertà di azione nell’uso della forza (incluso l’utilizzo di armi da fuoco) contro manifestanti pacifici – un’eclatante violazione del diritto internazionale. Tutto questo manda un chiaro messaggio: non c’è spazio nell’Egitto di oggi per tutte le forme di attivismo non espressamente sancite dallo Stato – ha dichiarato Amnesty International a proposito del caso di un’avvocatessa pro-diritti umani incarcerata per aver violato la nuova legge.

Lo scorso mese 25 persone, incluso Alaa Abdel Fattah, un attivista di spicco del movimento democratico che ha ispirato le rivolte del 18 Gennaio 2011, sono state condannate a 15 anni di prigione per, tra le altre cose, aver protestato “illegalmente”.

Tra i firmatari della petizione ci sono anche l’ex Ministro della Cultura Alaa Abdel Hady, il famoso poeta Zein Al-Abedein Fouad, lo sceneggiatore Belal Fadl, lo scrittore Ahdaf Soueif, insieme all’attivista e scrittore Mosaad Abu Al-Fagr e allo scrittore Hagag Adol (entrambi membri della commissione che ha redatto la nuova costituzione nazionale, approvata con un referendum popolare lo scorso gennaio.

 

 

 

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