#FreeWafae! l’attivista marocchina condannata ad un anno di carcere

wafae charaf

Continua la campagna per la liberazione di Wafae Charaf, la giovane attivista marocchina per i diritti umani associata a Chabaka (partner COSPE in Marocco) condannata ad un anno di carcere  per “falsa denuncia di tortura” da un Tribunale di Tangeri. 

Secondo i giudici che l’hanno condannata, la Charaf avrebbe “diffamato” alcuni agenti di polizia quando li avrebbe denunciati per averla sequestrata e malmenata in seguito alla sua partecipazione ad una manifestazione operaia lo scorso 27 aprile, a Tangeri.

L’attivista, membro dell’Associazione Marocchina dei Diritti Umani (AMDU), è stata condannata anche al pagamento di una multa di 50mila dirhams, equivalenti a 4.500 euro. Questa è la seconda condanna per “falsa denuncia di torture” pronunciata nelle ultime settimane in Marocco, dopo la condanna a tre anni di carcere ricevuta dal militante Osama Hosni lo scorso 23 luglio.

Il fatto che un attivista venga messo in prigione per aver denunciato di aver subito delle torture è un evento che assume connotati paradossali.

Il ministro della Giustizia marocchino, Mustafa Ramid, si era impegnato a investigare sulle numerose denunce di torture da parte delle autorità, avvertendo però che avrebbe punito tutte le false testimonianze che “avrebbero attentato alla reputazione delle istituzioni”. Un atteggiamento controverso condannato da Amnesty International, che in un recente comunicato ha evidenziato come le condanne per falsa denuncia “introducano la paura tra le vittime di torture e garantiscano l’impunità dei colpevoli”.

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