Health for all: a Kasserine (Tunisia) la salute è per tutti

“Health for all” il progetto COSPE co-finanziato dal PNUD, Ospedale Meyer e dalla Regione Toscana nella Regione di Kasserine in Tunisia,sta dando i suoi primi risultati. Tanto da diventare una buona pratica replicabile in altre regioni del Paese.  

Prima di tutto la centrale di sterilizzazione dell’Ospedale Regionale di Kasserine ha confermato la riduzione del 50% del tasso di infezioni ospedaliere, ottenuti grazie ai lavori di ristrutturazione della centrale e al percorso di formazione e sensibilizzazione rivolto al personale.

Il Centro di salute periferico della località di Jedliene, nel nord della Regione, grazie al progetto è stato invece equipaggiato di importanti attrezzature, quali un ecografo portatile ed altri strumenti indispensabili a garantire un servizio sanitario adeguato e accessibile per la donna, soprattutto in gravidanza.

Il miglioramento del servizio, ottenuto anche grazie ad un ciclo di formazioni alle ostetriche sulla salute materno-infantile, il counselling e la pianificazione familiare, ha fatto immediatamente impennare il numero degli accessi. Tutte queste azioni sono state accompagnate da un grosso lavoro di sensibilizzazione rivolta a gruppi di donne di diverse fasce di età sull’importanza del monitoraggio medico e sul diritto alla salute, purtoppo non ancora pienamente riconosciuto e garantito a tutte le fasce della popolazione tunisina.

Un’importante componente del progetto è quello delle “migrazioni”, una prima tappa del coinvolgimento della diaspora tunisina nelle iniziative di sviluppo del proprio Paese: un gruppo di tunisini già attivi sul territorio toscano ha avuto modo di sperimentarsi, confrontandosi con la realtà di Kasserine e le tematiche del diritto alla salute come diritto universale, e partecipando alla promozione di tale diritto realizzando un video di sensibilizzazione che potrà essere diffuso in varie occasioni da associazioni e partner sul territorio toscano e tunisino.

Quali adesso le prospettive future? Oltre alla proposta del PNUD di realizzare una pubblicazione del progetto che la descriva come buona pratica replicabile, è stata individuata la necessità di rafforzare la formazione del personale, soprattutto dal punto di vista gestionale, dell’organizzazione del lavoro e dell’utilizzo delle attrezzature, ma anche l’importanza dell’inserimento di nuove tematiche come la promozione dell’allattamento al seno e la preparazione al parto.

Emergono inoltre come fondamentali le figure dei facilitatori sulla salute comunitaria, che possano portare avanti con una graduale autonomia un percorso di animazione di gruppi di donne per la definizione di un’agenda delle donne sulla salute.

Per la componente migrazioni è stata proposta la possibilità di estendere l’area di azione al territorio di Tunisi in modo da allargare le azioni di promozione del diritto di accesso alla salute al pubblico migrante presente sul territorio della capitale, ampliando il confronto sui servizi sanitari italiani e tunisini al tema dei migranti.

Il progetto vede tra i partner italiani il Centro di Salute Globale e EuroAfricanPartnership e tra quelli locali, la Direzione Regionale della Sanità di Kasserine, il Croissant Rouge Tunisien e l’associazione locale ARPEK. 

Foto di Francesca Oggiano.