I VINCITORI DEL TERRA DI TUTTI FILM FESTIVAL 2013

La società congolese, in perenne bilico sul conflitto, raccontata tramite le parole, in gesti, delle persone sordomute. E poi la realtà storica del colonialismo e dei suoi effetti sulle identità, tradotti in un documentario sul sistema scolastico del Burkina Faso che confronta lingue, tradizioni, metodi e pratiche educative.

Sono stati due film sull’Africa a vincere i premi come migliore produzione italiana e internazionale del TTFF2013. Due pellicole che rappresentano appieno lo spirito e la missione del festival: scavalcare gli stereotipi dei media mainstream per raccontare la complessità della realtà sociale, trovare il Sud del Sud, i rifiutati e i discriminati nelle situazioni di crisi e conflitto, coloro che necessitano di più voce.

Due le ulteriori menzioni attribuite a pellicole italiane, per l’attualizzazione di un tema scomodo e dimenticato dai media nostrani come gli strascichi del conflitto etnico tra serbi, albanesi e serbi-kosovari del documentario d’inchiesta Kosovo vs Kosovo di Valerio Bassan e Andrea Legni, e Il Rifugio, di Luca Cusani e Francesco Cannito, per la capacità di raccontare i CIE italiani fuor di retorica dei media e costruire un racconto capace di essere personale e toccante.

È invece ‘Le Savoir est une lumiere’ di Noémie De Pas e Tit Brecelj il vincitore del premio attribuito dal Consiglio degli stranieri e apolidi della Provincia di Bologna per la miglior pellicola prodotta all’estero, mentre il premio in memoria dell’agronomo e cooperante Benedetto Senni va a Hamou Beya – Pecheurs de Sable, vivido e lucido racconto dei volti e del lavoro intorno a un tratto del Niger, messo in pericolo da uno sviluppo incontrollato.